Sono Piero Luciaini, il meteo di questa Estate segna un cambio epocale

L’estate 2025 non è un’eccezione, ma un segno evidente di un cambiamento strutturale: il clima mediterraneo sta assumendo connotazioni sempre più africane, travolto da ondate di calore che non solo aumentano di intensità, ma soprattutto di durata. L’Anticiclone Africano, un tempo ospite fugace delle nostre estati, è ormai diventato una presenza stabile e dominante, capace di alterare profondamente gli equilibri meteorologici del nostro territorio.

 

Un dominio atmosferico che parte dal Sahara e si spinge fino all’Europa

A rendere possibile questa espansione del caldo subtropicale verso l’Italia e l’Europa centro-meridionale è la combinazione tra il riscaldamento del Sahara e l’aumento delle temperature superficiali del Mediterraneo. In pratica, quella che una volta era una massa d’aria localizzata tra le dune africane ora trova condizioni favorevoli per spingersi fino al centro del continente europeo. Questo significa che l’aria in arrivo è già caldissima in partenza, e viene ulteriormente riscaldata dalla stasi atmosferica che ne consegue.

 

Il caldo non è più solo intenso: ora è anche continuo

Negli anni passati, le ondate di calore duravano tre, forse cinque giorni, solo eccezionalmente di più. Oggi invece si trasformano in veri e propri blocchi termici che possono durare anche tre o quattro settimane, come accaduto nell’estate 2023. E l’estate in corso sembra ricalcarne il profilo. I termometri superano stabilmente i 40°C, le notti tropicali diventano la regola, e il corpo umano, come le città, fatica a rilasciare il calore accumulato. Le conseguenze sono gravi, immediate e trasversali: dal collasso della produttività agricola all’aumento dei consumi energetici, passando per il crescente stress termico su anziani e fragili.

 

Una crisi atmosferica figlia di un jet stream sempre più debole

Alla radice di questa tendenza c’è una trasformazione profonda delle dinamiche atmosferiche globali. La corrente a getto, quella cintura d’aria ad alta quota che separava l’aria polare da quella subtropicale, si è indebolita e ondulata, perdendo la sua funzione di barriera. Questo lascia spazio a un blocco anticiclonico quasi permanente, che tiene lontane le perturbazioni atlantiche e impedisce il normale ricambio d’aria. Il Mediterraneo diventa così una camera chiusa di calore, dove ogni nuova ondata trova condizioni ideali per durare e intensificarsi.

 

Effetti visibili, impatti tangibili: il clima non è più quello di prima

Le città italiane si trasformano in isole di calore da cui è difficile sfuggire. Le temperature minime spesso non scendono sotto i 25°C, e la qualità della vita urbana crolla nelle ore serali e notturne. Intanto, le aree naturali mostrano chiari segni di sofferenza: la vegetazione subisce stress idrico continuo, i ghiacciai alpini perdono metri ogni estate, e il permafrost si ritira silenziosamente, destabilizzando versanti interi. In questo contesto, anche eventi come un temporale estivo non sono più rinfrescanti, ma potenzialmente distruttivi per l’energia accumulata nell’atmosfera.

Sono Piero Luciaini, il meteo di questa Estate segna un cambio epocale