
Raro evento di riscaldamento stratosferico sopra l’Antartide indebolisce il vortice polare
(TEMPOITALIA.IT) Un fenomeno meteorologico straordinario sta prendendo forma sull’Antartide a fine settembre 2025: un episodio di riscaldamento stratosferico improvviso che sta minando la stabilità del vortice polare australe. Le prime proiezioni mostrano possibili effetti rilevanti sul clima di gran parte dell’Australia, con piogge più abbondanti al sud, minori precipitazioni a est e un aumento della probabilità di giornate anormalmente calde.
Cos’è il vortice polare e cosa sta accadendo
Il vortice polare è una vasta circolazione di aria gelida che si sviluppa nella stratosfera sopra l’Antartide, tenuta insieme da venti molto intensi che raggiungono la massima potenza in inverno per poi affievolirsi in primavera.
In questi giorni, i modelli stanno registrando anomalie significative: le temperature stratosferiche a 50 e 100 hPa si sono collocate oltre il 90° percentile rispetto ai dati storici 1979–2024, mentre il flusso di calore ha toccato valori nel 10° percentile inferiore, un chiaro indizio di un forte trasporto di calore verso il polo che alimenta il riscaldamento.
Le analisi di NASA MERRA-2 confermano inoltre un indebolimento dei venti zonali a 60°S e 10 hPa, segnali evidenti che il vortice polare si sta disgregando a quote comprese tra 10 e 50 km.
Possibili effetti sul clima australiano
Se il riscaldamento riuscirà a propagarsi verso la troposfera, il vortice inferiore potrebbe indebolirsi, spostando la Southern Annular Mode (SAM) in fase negativa.
In tale scenario:
- le precipitazioni potrebbero aumentare in Tasmania, Victoria, Australia Meridionale e in alcune aree dell’Australia Occidentale,
- le piogge sarebbero invece ridotte lungo la fascia orientale,
- il rischio di giornate insolitamente calde crescerebbe nelle regioni meridionali.
Il Bureau of Meteorology (BoM) ha già rilevato un indice SAM negativo intorno al 13 settembre, con una tendenza verso valori neutri a fine mese, in linea con un’influenza potenziale — ma non certa — proveniente dalla stratosfera.
Il ruolo dell’oceano Indiano e delle oscillazioni atmosferiche
L’impatto del riscaldamento stratosferico potrebbe intrecciarsi con la forte fase negativa del Dipolo dell’Oceano Indiano (IOD), che a metà settembre segnava un indice di −1,17 °C. In condizioni normali, un IOD negativo favorisce un clima più umido su vaste aree dell’Australia, e la combinazione con un SAM negativo potrebbe generare effetti contrastanti nelle diverse regioni del continente.
Segnali atmosferici già osservati
Il monitoraggio congiunto di DCCEEW, CSIRO e BoM ha confermato un rapido aumento delle temperature stratosferiche tra 60° e 90°S, con valori collocati nelle fasce più alte delle statistiche. Contestualmente, il flusso di calore verticale è rimasto molto debole.
La serie storica di NASA MERRA-2 mostra anche un indebolimento netto del polar night jet a 10 hPa. Parallelamente, il buco dell’ozono antartico si è temporaneamente contratto a 15,8 milioni di km² il 5 settembre, mentre i valori minimi di ozono hanno registrato un incremento.
Un fenomeno raro nell’emisfero australe
Gli episodi di riscaldamento stratosferico improvviso, definiti da una completa inversione dei venti zonali a 60°S e 10 hPa, sono comuni nell’emisfero nord ma molto rari al sud, dove avvengono solo ogni due o tre decenni.
Il caso più noto risale al 2002, quando il vortice polare si spezzò in due distinti sistemi. Un altro indebolimento significativo avvenne nel 2019. La maggiore stabilità del vortice antartico, dovuta a un forcing planetario più debole, rende però meno frequente e meno prevedibile la propagazione delle anomalie fino alla superficie.
Implicazioni sul tempo e sulle temperature
Affinché il riscaldamento abbia conseguenze tangibili sul clima, le anomalie devono discendere nella troposfera. Quando ciò accade, la corrente a getto tende a spostarsi verso l’equatore, i percorsi delle tempeste si modificano e la SAM vira in negativo.
Questo meccanismo può determinare:
- incursioni di aria polare verso le medie latitudini,
- variazioni nella distribuzione delle piogge,
- maggiore variabilità delle temperature al suolo.
Tuttavia, molti eventi australi non riescono a esercitare un’influenza diretta sul clima di superficie, e la forza del collegamento dipende dalla stagione, dallo stato del vortice e dalla struttura delle anomalie.
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