Ha meritato pienamente il primo nome previsto dal MetOffice per le super tempeste atlantiche tra il 2025 e il 2026. Amy si è abbattuta sul Regno Unito con la forza di un uragano di categoria 2 con venti che hanno toccato sulle coste gallesi e scozzesi i 155kmh e sulle Highlands raffiche superiori ai 160km/h. Proprio il vento forte è stata la causa dell’unica vittima fino a questo momento segnalata dalle autorità nella contea di Donegal in Irlanda. A decine le strade e i viadotti chiusi per le raffiche, 184mila utenze rimaste senza corrente elettrica nella sola Irlanda, oltre 60mila in Inghilterra con centinaia di voli cancellati negli scali aeroportuali. Criticità anche per le forti piogge che hanno causato allagamenti e le inondazioni costiere causate dal mare in tempesta con onde alte fino a 10 metri, quelle divenute tristemente famose in America con il nome di Storm Surge. In queste ultime ore le maggiori criticità sono legate soprattutto al vento che sulla Scozia continua a soffiare con la forza di un uragano abbattendo alberi, tralicci dell’alta tensione e piccole infrastrutture con ripercussioni su tutte le comunità locali. Sembra che vi siano anche dei record storici per le raffiche di vento registrate e per i valori barici di pressione raggiunti dal ciclone 947.9 hPa, attualmente la pressione più bassa mai registrata in ottobre dal 1988.
L’arrivo di Amy è stato accompagnato da un richiamo di correnti più miti di matrice oceanica che ha repentinamente scacciato dalle Nazioni centro occidentali il freddo anomalo registrato nei giorni scorsi. Temperature molto basse al momento resistono ancora sul settore orientale, tra Polonia, Germania, tutta l’Area danubiana e Balcanica fino alla Russia europea e al Mar Nero. Vienna questa mattina si è svegliata con una temperatura di 4°C ben 5°C in più della giornata di venerdì quando la minima è stata di -1.4°C.