
(TEMPOITALIA.IT) Tra i numerosi studi dedicati alla previsione delle linee guida bariche del trimestre invernale, uno dei più interessanti è quello che analizza la relazione tra l’andamento atmosferico di ottobre e quello successivo della stagione fredda. L’ipotesi alla base di questa ricerca, fondata su osservazioni empiriche e su un ampio campione statistico di decenni passati, è che il tipo di circolazione dominante in ottobre tenda, in diversi casi, a ripresentarsi anche nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio.
Pur non trattandosi di una regola assoluta, la correlazione è risultata ricorrente e sorprendentemente significativa. Guardando dunque al presente, ci si chiede: come si sta configurando il mese di ottobre 2025 dal punto di vista barico? E quali indicazioni potrebbe fornire in vista della prossima stagione invernale?
Fin dall’inizio del mese, la situazione a scala euro-atlantica si è mostrata del tutto anomala rispetto agli standard autunnali. L’attuale quadro atmosferico vede campi di alta pressione stazionare sui settori occidentali e settentrionali dell’Europa, fino al comparto atlantico, mentre depressioni fredde di origine artico-continentale scivolano verso l’Europa orientale e il Mediterraneo centro-orientale.
Già nei primissimi giorni di ottobre, una prima irruzione fredda ha investito l’Italia, colpendo in particolare le regioni del Centro e del Sud, con un brusco calo termico anche di 10-12 °C sotto la media stagionale. Dopo una breve pausa più mite, dovuta a un cuneo anticiclonico proveniente da ovest, una nuova fase instabile si è manifestata con piogge diffuse e un ulteriore abbassamento delle temperature, sensibile ancora in queste ore soprattutto lungo il Medio-Basso Adriatico e nel Sud Italia.
Nel breve periodo, le elaborazioni dei principali centri di calcolo indicano una nuova espansione anticiclonica da ovest, già avvertibile sulle aree del Medio-Alto Tirreno e del Nord Italia. Questa fase, attesa in estensione nei prossimi giorni, dovrebbe favorire un temporaneo miglioramento del tempo su gran parte della penisola. Tuttavia, la protezione offerta dall’anticiclone non sarà solida: la Sardegna e la Sicilia potrebbero essere raggiunte da nuove perturbazioni tra metà settimana e il fine settimana, con piogge e rovesci sparsi, più consistenti sull’isola sarda.
Nel complesso, l’Italia continuerà a trovarsi sotto l’influenza di un regime anticiclonico di blocco disposto sui settori occidentali del continente, che mantiene una circolazione meridiana persistente. Si tratta di una configurazione piuttosto atipica per l’inizio dell’autunno, quando statisticamente dovrebbe prevalere una depressione d’Islanda più attiva e un flusso zonale di correnti umide e miti provenienti dall’oceano.
Gli ultimi aggiornamenti modellistici a 10–15 giorni confermano, invece, un proseguimento della circolazione anomala, con alte pressioni di blocco sui comparti occidentali e settentrionali europei e saccature fredde artico-continentali dirette verso l’Europa orientale e il Mediterraneo centro-orientale.
Se questa tendenza dovesse consolidarsi fino alla terza decade del mese, gran parte di ottobre si configurerebbe con correnti settentrionali prevalenti, una scarsa influenza delle perturbazioni atlantiche e un probabile ritorno di episodi instabili freddi nella seconda metà del mese.
Dal punto di vista pluviometrico, tale assetto favorirebbe piogge inferiori alla norma su Nord Italia, Alpi, Prealpi e settore tirrenico centro-settentrionale, mentre le regioni adriatiche, il Sud e le isole maggiori potrebbero ricevere precipitazioni nella media o leggermente superiori alla media, con possibili coinvolgimenti anche dell’Emilia-Romagna.
Sul piano termico, la circolazione meridiana manterrebbe temperature inferiori ai valori stagionali su gran parte del Paese, più marcate lungo le aree adriatiche e appenniniche del Centro-Sud, dove l’afflusso di aria fredda continentale sarebbe più incisivo.
In base a questi elementi, e considerando la correlazione evidenziata dagli studi tra il comportamento barico di ottobre e quello della successiva stagione invernale, l’inverno 2025/2026 potrebbe mostrare una tendenza prevalente a configurazioni meridiane, con frequenti irruzioni fredde di origine artica o continentale, specialmente nel mese di gennaio.
Un ulteriore fattore da tenere in considerazione è il probabile andamento negativo dell’indice ENSO, con un episodio di Niña moderata previsto per i mesi invernali. Tale condizione, associata al raffreddamento delle acque superficiali del Pacifico equatoriale, rappresenterebbe un elemento aggiuntivo a favore di un inverno più freddo e dinamico sull’Europa e sul bacino del Mediterraneo.
Va infine ricordato che l’andamento di ottobre non influenza in modo diretto il proseguimento dell’autunno, stagione che può comunque evolvere con caratteristiche molto differenti nelle settimane successive.
Credit: l’articolo è stato redatto su analisi scientifica principalmente dei dati di ECMWF e Global Forecast System del NOAA. (TEMPOITALIA.IT)
Ottobre FREDDO e ANOMALO, preludio di un Inverno d’altri tempi