
(TEMPOITALIA.IT) Nei giorni scorsi l’Europa orientale è stata travolta da una potente irruzione d’aria artico-continentale, un evento che ha destato grande sorpresa non solo per la sua intensità, ma anche per la sua anomalia stagionale. Mentre l’Italia ha registrato un sensibile calo termico con anomalie negative marcate, appena oltre l’Adriatico si sono verificate situazioni persino più estreme, tanto da riscrivere alcuni record meteorologici.
Sull’intera area dei Balcani si sono osservate nevicate eccezionali per il mese di ottobre, con fiocchi caduti a quote insolitamente basse. In Bosnia e Montenegro, in particolare, gli accumuli di neve hanno raggiunto circa 50 centimetri a 1500 metri di quota, stabilendo un vero record mensile. Non si tratta soltanto di quantità di neve mai registrate prima, ma anche di temperature eccezionalmente basse, che hanno favorito gelate diffuse e intense una volta che i cieli si sono schiariti dopo il passaggio frontale.
Successivamente, l’ondata di gelo si è spinta verso sud, raggiungendo la Grecia e infine la Turchia, dove i valori termici hanno toccato livelli insolitamente rigidi. È la traiettoria classica delle irruzioni provenienti da est: il freddo, dopo aver lambito il Mediterraneo centrale, scivola verso sud seguendo il corridoio naturale creato dalle configurazioni anticicloniche che si posizionano più a ovest.
Ma la parentesi invernale non sembra affatto chiusa. Le proiezioni meteorologiche più recenti segnalano che la prossima settimana potrebbe inaugurare una seconda e più intensa ondata di aria gelida. L’Europa orientale si prepara infatti ad affrontare un nuovo crollo delle temperature, con anomalie negative stimate fino a 15 gradi al di sotto della media stagionale.
Questi valori, se confermati, potrebbero determinare nevicate a quote molto basse, forse persino attorno ai 1000 metri, secondo quanto indicano i modelli matematici ad alta risoluzione. Considerando che siamo solo in ottobre, tale prospettiva assume contorni davvero eccezionali, più tipici di una piena fase invernale che di un inizio autunno.
Le stesse simulazioni lasciano intravedere accumuli nevosi considerevoli, localmente persino più imponenti rispetto alla prima irruzione. Resta da capire in che misura l’Italia potrà essere coinvolta: dal punto di vista termico il raffreddamento appare quasi certo, mentre per quanto riguarda le precipitazioni sarà necessario attendere gli aggiornamenti del fine settimana, quando i modelli offriranno un quadro più chiaro sull’evoluzione del maltempo.
Credit: l’articolo è stato redatto su analisi scientifica principalmente dei dati di ECMWF e Global Forecast System del NOAA (TEMPOITALIA.IT)
FREDDO ARTICO di nuovo sull’Italia: un Ottobre davvero anomalo