Neve a Torino: cosa aspettarsi quest’inverno nella metropoli più nevosa

(TEMPOITALIA.IT) La neve a Torino. Molto spesso questa città viene dimenticata, se ne parla poco, eppure è una grande città della Pianura Padana occidentale, dal clima estremamente interessante, ma davvero se ne discute troppo poco. In questa breve rappresentazione voglio parlare della neve su Torino. Ebbene, i torinesi forse non lo sanno, perlomeno quelli più giovani, ma Torino è la città della neve. A Torino nevicava quando a Milano pioveva, perché quel cuscinetto d’aria fredda che stazionava su Milano si dissolveva, portando la temperatura a 5 °C, mentre a Torino permaneva, favorendo la neve.

 

Questo succedeva negli anni 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, eccetera. Tante delle nevicate che si verificarono in quegli anni su Torino erano pioggia su Milano. Dunque, Torino era una città, come dire, ideale per assistere a una nevicata; gli appassionati di neve si sarebbero dovuti trasferire lì. Ma oggi a Torino praticamente non nevica più: le nevicate sono irrisorie. Negli ultimi anni abbiamo visto su Torino qualche episodio nevoso, ma tutto sommato, confrontando con Milano, non ci sono grandi differenze, perché anche Milano ha avuto la grande nevicata del 28 dicembre 2001, un evento direi occasionale, una coincidenza fortunata, come la definisco io.

 

Torino vanta la serie di misure nivometriche più ampia al mondo, iniziata nel lontano 1787. Questa città ha avuto nevicate epiche, incredibili. Storica fu la nevicata dell’inverno 1570-1571, un evento eccezionale. All’epoca Torino era disseminata di termometri che misuravano la temperatura: c’era un bellissimo strumento nel Giardino di Carlo Felice. Esiste una foto, che ho visto su Internet (che non posso mostrare per motivi di copyright), scattata il 4 marzo 1938 in pieno centro urbano. La potete osservare al Museo di Torino: segnava una temperatura cittadina di quasi -15 °C, eppure era marzo.

 

Pensate, era solo il 1938, ma da allora è arrivato il cambiamento climatico, un argomento anche politico, come ben sappiamo. Oggi fa più caldo: le temperature medie di Torino sono sensibilmente aumentate, di circa 2 °C in più rispetto ad allora. Eppure quei due gradi non bastano da soli a sconvolgere tutto. A mancare sono le coincidenze meteorologiche, l’aria fredda che giunge da est, quella che genera il famoso cuscinetto padano che su Torino può persistere più a lungo che altrove nella Val Padana, perché siamo in un’area estremamente riparata dai monti: le Alpi a nord, ovest e sud-ovest, e l’Appennino a sud. Insomma, una zona blindata, dove l’aria fredda può stazionare e intensificarsi con l’irraggiamento notturno. Torino è la città ideale per il gelo e la neve, ma oggi non nevica più.

 

Un volumetto conservato nella Biblioteca dell’Accademia delle Scienze di Torino riporta 144 fitte nevicate in città tra il 1675 e il 1681: pochi anni, e neanche venti, ma un’ondata di gelo straordinaria. Siamo nella Piccola Era Glaciale. Il 1709 fu la più intensa ondata di gelo degli ultimi cinque secoli in Europa. Le cronache non riguardano solo Torino, ma l’intero continente: i fiumi gelarono, la situazione fu drammatica, e le case non erano certo riscaldate come oggi.

 

Anche nell’Ottocento, precisamente nel 1808, non solo gelarono i fiumi di Torino, ma si ebbe una nevicata straordinaria: cadde neve la mattina di Natale, e ne scesero 84 cm. Un torinese di oggi resterebbe senza parole, e probabilmente anche chi sta leggendo. Un’altra grande nevicata natalizia si verificò il 10 dicembre 1844, con 90 cm di neve: nevicate incredibili.

 

Torino, città del freddo e della neve, vedeva temperature che neanche di giorno superavano lo 0 °C. Era quasi impossibile spostare la neve: veniva accumulata sui fiumi o nelle campagne. La città era un blocco di ghiaccio, la neve ovunque, e mancavano i mezzi di sgombero moderni.

 

Nel Novecento, le stagioni invernali divennero meno rigide, ma non solo per il riscaldamento globale: terminò un’epoca storica, la Piccola Era Glaciale, che aveva interessato a macchia di leopardo il pianeta, in particolare l’Europa. Si ebbero meno nevicate, ma restano storici gli eventi del 1946-47, quando la temperatura scese a -17,4 °C in città e la neve rimase al suolo per 75 giorni. Di ciò scrisse anche Cesare Pavese, scrittore e poeta, nel romanzo Il compagno (1947).

 

Le grandi nevicate del Novecento furono innumerevoli, soprattutto fino agli anni Cinquanta. Poi arrivò il 1956, con un’ondata di gelo che colpì tutta l’Italia: a Torino la temperatura crollò a -16 °C. Tuttavia, l’evento fu modesto rispetto a quelli di due secoli prima: caddero solo circa 30 cm di neve, ma le fonti non sono precisissime.

 

Un’altra grande nevicata si ebbe nel 1971, e una fuori stagione il 25 aprile 1972, in un’epoca ormai moderna. Fu un evento entrato nella storia per intensità e per il periodo: causato da un’irruzione di aria gelida proveniente dalla Russia. Il freddo in Europa, e soprattutto in Italia, quello più intenso che porta le grandi nevicate, proviene proprio dalla Russia, dalla Siberia per essere precisi. Torino si ammantò di ben 30 cm di neve, ed era ormai aprile inoltrato, quasi maggio. Oggi nessuno di noi riuscirebbe a immaginare qualcosa di simile.

 

Torino, città della neve, presenta una variazione considerevole nella media nivometrica: tra il 1787 e il 1989, la media annuale era di 50 cm, scesi a soli 19 cm negli anni Novanta. Con l’arrivo del nuovo millennio, dal 2000 in poi, ci sono stati anni in cui non nevicava affatto, e negli ultimi tempi la neve a Torino è quasi sparita.

 

C’è il cambiamento climatico, certo, ma forse anche le coincidenze meteorologiche mancano. Tuttavia, il cambiamento climatico sta davvero facendo danni: le irruzioni d’aria fredda dalla Russia non si verificano più con la stessa frequenza, poiché la configurazione delle alte e basse pressioni si è modificata. Le masse d’aria gelida non affluiscono più verso l’Italia durante l’inverno, ma deviano altrove. Così non si forma più il cuscinetto padano, che favoriva il grande gelo. Non arrivano le perturbazioni invernali, e mancano le precipitazioni.

 

Manca la neve anche sulle Alpi, e quindi, ovviamente, anche in Pianura Padana. Questo cambiamento climatico è indotto da una serie complessa di fattori, ma a Torino potrebbe di nuovo nevicare: servono però determinate coincidenze, di cui abbiamo ampiamente parlato.

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