Meteo: possibile il primo ciclone afro-mediterraneo di Novembre, ecco quando

(TEMPOITALIA.IT) Nei prossimi giorni lo scenario atmosferico sul Mediterraneo potrebbe cambiare passo. Dopo settimane dominate da una circolazione spesso bloccata, alcuni segnali suggeriscono l’avvio di un peggioramento d’inizio Novembre capace di coinvolgere anche l’Italia. Non parliamo di fantameteo: il contesto sinottico mostra elementi concreti che meritano attenzione.

 

Il nodo è il posizionamento della profonda depressione nord atlantica. A cavallo tra Islanda e Regno Unito questo tipo di configurazione, un tempo garanzia di fronti a ripetizione, negli ultimi anni ha prodotto esiti più articolati. La differenza la fa il “motore” in quota e il modo in cui i flussi d’aria si organizzano dall’Atlantico verso l’Europa.

 

Quando il Vortice Polare è molto “in salute”, le velocità zonali si tendono come una corda e i sistemi perturbati scorrono rapidi sull’Europa centro-settentrionale, lasciando il Mediterraneo in ombra sotto promontori anticiclonici. In questi giorni, però, la tensione di quella corda sembra allentarsi, aprendo spazio a un’ondulazione più marcata e a scambi meridiani capaci di rimettere in gioco il bacino mediterraneo.

 

Perché conta dove si piazza la depressione atlantica

Il posizionamento tra Islanda e Regno Unito orienta l’asse del flusso principale e la traiettoria dei minimi secondari. Se l’onda atlantica scava a sufficienza a ovest, il ramo ascendente del sistema può affacciarsi sul Mediterraneo occidentale, innescando contrasti tra aria più fresca in arrivo e masse d’aria caldo-umide preesistenti. È in quel cuscinetto energetico che possono nascere ciclogenesi di matrice afro-mediterranea.

 

Il ruolo del Vortice Polare e delle velocità zonali

Una parziale riduzione delle velocità zonali è l’innesco chiave. Con il Vortice Polare meno compatto, le onde di Rossby amplificano e il getto si modula: il flusso non corre più “dritto” ma serpeggia, favorendo affondi sul quadrante iberico e risalite caldo-umide dal Nord Africa verso il Canale di Sicilia e il basso Tirreno. Questo pattern aumenta la probabilità di un minimo chiuso sui mari meridionali, alimentato dall’acqua di mare ancora relativamente calda per la stagione.

 

Dal segnale all’impatto: la finestra temporale

Il peggioramento atteso tra domenica e l’inizio della settimana successiva appare collegato proprio a questa minore tensione del flusso. Nelle fasi iniziali gli effetti potrebbero farsi sentire soprattutto al Centro-Nord, con piogge e un calo termico più avvertibile sui settori esposti ai fronti atlantici. Successivamente, tra martedì e mercoledì, il baricentro dell’instabilità potrebbe scivolare verso sud, seguendo la rotazione del minimo in formazione.

 

Ciclone afro-mediterraneo: che cosa intendiamo

Con ciclone afro-mediterraneo si indica un minimo di pressione che trae energia dai contrasti termici lungo l’asse Nord Africa–Mediterraneo, spesso rinvigorito dal calore immagazzinato dal mare tra fine estate e inizio autunno. Non è un “tropicale” in senso stretto, ma un sistema extratropicale che può assumere tratti ibridi nel caso di spiccata simmetria e nucleo caldo nei bassi strati. Qui l’elemento cruciale è l’energia termica residua del Mediterraneo, capace di sostenere un approfondimento ciclonico secondario sui bacini meridionali.

 

Focus Sud Italia: chi rischia di più se il minimo si chiude

Se la sinottica verrà confermata, un minimo sui mari a sud della Sardegna o tra Canale di Sicilia e Ionio potrebbe spingere bande precipitanti verso il Sud Italia. Le zone più esposte includono la Sicilia e i versanti ionici, dove la convergenza dei venti meridionali su orografie favorevoli può esaltare i cumulati. In questi contesti, rovesci intensi e locali temporali autorigeneranti non sono da escludere, con potenziali criticità idrogeologiche laddove i suoli siano già sensibili. Allo stesso tempo, in aree con deficit pluviometrico, piogge ben distribuite rappresenterebbero un prezioso contributo alle riserve idriche.

 

Cosa osservare nei prossimi aggiornamenti

La previsione di dettaglio dipenderà da tre fattori: l’esatta traiettoria del minimo atlantico principale, il grado di curvatura del getto in ingresso sul Mediterraneo e la posizione del minimo secondario rispetto alle coste dell’Italia. Una lieve traslazione verso ovest o verso est può fare la differenza tra piogge organizzate e fenomeni più frammentati. La diagnostica ad alta risoluzione chiarirà anche la possibilità di linee di convergenza marine e la persistenza dei sistemi convettivi sullo stesso territorio.

 

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Credit: ECMWF, Met Office, NOAA Climate, Copernicus Climate, EUMETSAT

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