
(TEMPOITALIA.IT) Le mammatus sono tra le formazioni nuvolose più spettacolari del cielo. Sembrano grappoli di “sacche” e “bolle” pendule, scolpite sotto l’incudine di un temporale maturo. Chi le osserva per la prima volta resta incantato; chi conosce l’atmosfera, invece, drizza le antenne: non portano pioggia diretta, ma indicano un ambiente turbolento e potenzialmente pericoloso nelle vicinanze.
In meteorologia valgono spesso i segnali indiretti. Le mammatus rientrano in questa categoria: raccontano che sopra di noi è passato, o sta passando, un cumulonembo potente, con forte instabilità e tanta energia in gioco. Sono un campanello d’allarme, non uno spettacolo innocuo.
Guardarle è affascinante, ma l’esperienza insegna prudenza: dove compaiono, il tempo può peggiorare in pochi minuti, con fenomeni violenti anche a distanza dal nucleo del temporale.
Che cosa sono le mammatus
Le mammatus sono strutture accessorie che si sviluppano sotto l’“incudine” di un temporale. La loro firma visiva è inconfondibile: protuberanze emisferiche rivolte verso il basso, come una trama di alveoli sospesa nel cielo. È il modo in cui l’atmosfera “mostra” i moti discendenti che stanno scolpendo la base della nube madre.
Come si formano
La dinamica è un gioco di contrasti. Dall’alto scende aria più fredda e umida; sotto, staziona aria più calda e secca. Questo gradiente termo-igrometrico innesca piccole discendenze localizzate che deformano la base del cumulonembo in una sequenza di gobbe. In presenza di wind shear e umidità elevata, strutture simili possono comparire, più raramente, anche sotto nubi cirriformi collegate al sistema temporalesco.
Perché non vanno sottovalutate
La presenza di mammatus non significa pioggia imminente nel punto esatto dell’osservatore, ma segnala un contesto favorevole a fenomeni severi nelle vicinanze. Dopo o durante il passaggio di un temporale maturo possono verificarsi grandine anche di grande diametro, fulminazioni frequenti, raffiche discendenti (downburst) con vento molto forte e, in casi rari, fenomeni vorticosi come trombe d’aria/tornado. È il classico “segnale stradale” del cielo: non descrive l’evento, ma avverte del rischio.
Dove e quando in Italia si vedono più spesso
Nel nostro Paese le mammatus sono più comuni nel semestre caldo, da Maggio a Ottobre, quando contrasti di temperatura e umidità raggiungono il picco. La Pianura Padana è un corridoio privilegiato per i temporali intensi; il versante tirrenico risente spesso di linee temporalesche organizzate; l’Appennino e alcune aree del Sud vedono strutture spettacolari al seguito di temporali pomeridiani che “scaricano” in serata. Anche nel contesto europeo, laddove i contrasti sono marcati—pensiamo al Mediterraneo dopo ondate di calore—la probabilità aumenta.
Come distinguerle da altre nubi
A differenza di altocumuli o stratocumuli, tipici di situazioni più stabili e con base più uniforme, le mammatus sono strettamente legate a nubi convettive con forte sviluppo verticale. La loro comparsa è la conseguenza di un temporale maturo o appena transitato. Se il cielo mostra incudini distese e, sotto, una trama di protuberanze pendule, il messaggio è chiaro: l’atmosfera ha lavorato sodo e non ha ancora esaurito l’energia.
Cosa fare in pratica
Quando compaiono mammatus, la scelta più saggia è gestire l’esposizione. Meglio interrompere le attività all’aperto, allontanarsi da aree aperte, corsi d’acqua e crinali esposti, e proteggere i veicoli in caso di rischio grandine. Gli strumenti moderni aiutano: radar, nowcasting e avvisi ufficiali permettono di seguire l’evoluzione minuto per minuto. L’obiettivo non è rinunciare allo spettacolo del cielo, ma osservarlo in sicurezza, con un piano di ripiego pronto.
Credit: World Meteorological Organization – International Cloud Atlas, NOAA National Weather Service, American Meteorological Society – Glossary of Meteorology, UK Met Office