La SVOLTA: le date del cambiamento, dall’Autunno all’Inverno con la NEVE

(TEMPOITALIA.IT) Anche se non sembrerebbe, ci stiamo inoltrando verso un’acutizzazione estrema dell’autunno. Esattamente, quello che stiamo vedendo è meteo estremo.

Infatti, le temperature sono state anche oggi diffusamente superiori alla media, praticamente in quasi tutta l’Italia. Sicuramente ci salva un po’ la media complessiva dell’arco della giornata grazie alla temperatura minima che, con il cielo sereno, si abbassa soprattutto nelle località di pianura e nelle vallate dove si verificano le cosiddette inversioni termiche. Qui la temperatura scende e, in alcune località, si avvicina persino a 0 °C. Ma siamo lontani dal freddo. Appena spunta il sole, la temperatura impenna verso l’alto, soprattutto dove non c’è la foschia e non c’è la nebbia. L’Italia è interessata attualmente da un’alta pressione.

 

Questa, ancora una volta, raggiunge il suo massimo per lo schiacciamento dell’aria verso i bassi strati in Francia, dove le temperature in alcune località hanno persino superato i 25 °C, e poi addirittura anche nel sud delle Isole Britanniche. In Inghilterra, non troppo distante da Londra, si sono toccati quasi 20 °C.

 

Ma ora dobbiamo fare i conti con un cambiamento atmosferico piuttosto incisivo e rilevante. Come già detto in un precedente articolo, ci sono indici climatici di comportamento estremamente importanti in questo periodo dell’anno. Uno riguarda il Vortice Polare, che tende a essere negativo. Quando questo indice quando è negativo, si generano condizioni ideali per lo scambio di masse d’aria. In sostanza, l’aria fredda discende verso sud dalle regioni artiche, ma allo stesso tempo, andando a incontrare aree di bassa pressione, si attivano anche richiami di aria calda. Questa situazione attiva i cosiddetti scambi meridiani di masse d’aria.

 

Un altro aspetto non trascurabile e decisamente determinante per l’Italia, in vista del ritorno delle precipitazioni, è un indice dell’Atlantico che tende a diventare negativo.

Quando questo indice è negativo, soprattutto se lo è in modo marcato, le perturbazioni provenienti dall’Oceano Atlantico raggiungono le regioni mediterranee. Questo succede imminentemente, durante questa settimana, quando arriveranno le prime perturbazioni, di nuovo le piogge. La temperatura, che si è alzata soprattutto nei valori massimi grazie all’alta pressione e al cielo sereno, si abbassa sensibilmente perché mancherà la radiazione solare. Ecco quindi un calo termico praticamente diffuso, più percepito dove la temperatura era salita parecchio.

 

Tuttavia, non avremo ancora ondate di freddo o di gelo, perché in questa prima fase prevarrà soprattutto la corrente oceanica. Nel frattempo, a nord, nell’Europa centro settentrionale, tra Islanda, Scandinavia e Russia europea, avremo una situazione completamente diversa. Con il Vortice Polare negativo, le masse d’aria si spostano verso sud e queste regioni vedono un sensibile abbassamento della temperatura. Avremo aria molto fredda in arrivo verso l’Islanda e verso la Scandinavia, ancor più fredda verso il nord est europeo, in particolare sulla Russia, dove l’Anticiclone Russo Siberiano tende a espandersi verso ovest e a spingere masse d’aria molto fredde.

 

Tutto questo si genera perché stiamo assistendo a un cambio completo della circolazione atmosferica europea. Quando i due indici di comportamento citati prima si combinano, la situazione diventa davvero complessa. Abbiamo un Vortice Polare vivace, perché negativo, che porta aria fredda verso sud, ma deve trovare spazi per scendere ancora di più verso il Mediterraneo, dove però questo flusso freddo viene contrastato dall’indice oceanico negativo che trasporta aria umida e, tutto sommato, relativamente mite verso est. Ne conseguono precipitazioni notevoli, soprattutto dove c’è uno sbarramento montuoso. Infatti, forti piogge sono attese per esempio in Portogallo; precipitazioni intense poi giungono anche in l’/Italia, quindi sulle Alpi, sulle regioni tirreniche, in alcune aree della Sardegna e della Sicilia, e sulla costa adriatica dei Balcani.

 

Con l’abbassamento della temperatura avremo anche una novità. Sulle Alpi sono attese nevicate abbondanti. All’inizio la neve non cade a quote basse, perché l’aria fredda artica fatica a scendere verso sud, ma con il passare dei giorni, e con i modelli matematici che ce lo mostrano e ce lo confermano, avremo un ulteriore abbassamento della temperatura e un calo della cosiddetta quota neve.

 

La quota neve scende progressivamente fino a toccare vari paesi delle regioni alpine e, nel frattempo, la temperatura si abbassa parecchio anche in aree densamente abitate come tutta la Valle Padana, che in questo periodo vede scendere la temperatura rapidamente e spesso osserva anteprime invernali, o perlomeno quell’inverno degli anni Duemilaventi. Di certo non abbiamo più il clima di trent’anni fa, quando l’inverno iniziava a farsi sentire già verso la fine di Novembre sulle regioni settentrionali e a Dicembre spesso si verificavano nevicate e numerose gelate.

 

Tuttavia, nonostante il Riscaldamento Globale e l’attuale configurazione della circolazione atmosferica, se il gelo della Siberia, quell’aria fredda siberiana, riuscirà a trovare spazi verso sud ovest, cioè verso l’Italia, trascinata dalle basse pressioni, qualora dovessero permanere più avanti nel tempo, anche l’Italia potrebbe vedere una situazione atmosferica diversa rispetto agli ultimi anni, con condizioni più invernali.

 

Cosa significa condizioni più invernali. Negli ultimi anni, infatti, l’inverno è stato sostanzialmente un mix tra autunno e quasi inverno, soprattutto perché sono mancate le precipitazioni. Abbiamo avuto lunghissimi periodi di alta pressione e quindi forte radiazione solare, temperature massime elevate, mentre di notte spesso si sono registrate basse temperature e gelate.

 

Insomma, le condizioni atmosferiche stanno cambiando, cambieranno. Ci stiamo avviando verso quello che è l’autunno più crudo, quindi un tempo molto diverso rispetto a quello che abbiamo vissuto finora, e lo vedrete gradualmente.

 

Di certo chi legge solo i titoli e guarda il tempo dalla finestra non ha la possibilità di conoscere, come chi è giunto a questo punto, le possibilità del meteo del futuro che ci vengono indicate da modelli matematici ad alta risoluzione, più efficaci come affidabilità e quindi più affidabili.

 

In sostanza, l’inverno è dietro l’angolo, però l’autunno fin qui è stato molto latitante e ora sembra volersi chiudere bruscamente e con un certo vigore. Ovviamente, avremo modo di capire quanto sarà marcato questo vigore. Il timore è che le alte temperature vadano di nuovo a innescare precipitazioni molto intense. Mi riferisco a piogge torrenziali e di nubifragi, soprattutto nelle zone più esposte, come già successo in passato e anche recentemente.

 

Purtroppo, con l’aumento della temperatura globale, abbiamo una maggiore umidità atmosferica e precipitazioni che tendono più spesso a essere abbondanti. Quindi anche le nevicate, laddove la temperatura scende attorno a 0 °C o sottozero, risultano più intense. Sulle Alpi c’è la possibilità che nevichi con grande abbondanza e, in seguito, vedremo dove la neve comincerà a giungere quest’anno.

 

Ci sono indici di comportamento del clima favorevoli a un inverno più freddo rispetto agli altri anni. Questo vuol dire che potrebbe tornare la neve in Pianura Padana, per esempio. Potrebbe, però certezze non ce ne sono. Si chiamano previsioni proprio perché non sono certezze. Un gioco di parole per dirvi che stiamo raccontando ciò che la scienza, nel lungo termine, prospetta, ma non può mai garantire che andrà esattamente così. Lo so che sembra un po’ di vagare nel nulla, ma rispetto al passato abbiamo molte più conoscenze meteo e climatiche. Sfruttiamole.

 

Credit: NOAA Climate, Met Office, ECMWF, World Meteorological Organization

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