
Mentre le montagne del Nord Africa si tingono di bianco, l’Europa alpina guarda le proprie vette spoglie, verdi e marroni, in un inverno che sembra essersi perso per strada: è il paradosso climatico di questa ultima settimana, con nevicate abbondanti che hanno interessato l’alto Atlante marocchino, dalle zone di Oukaimeden fino alle dorsali che circondano villaggi come Akoudim, e comunità costrette a fare i conti con freddo insolito e isolamento, a fronte di una situazione diametralmente opposta sulle nostre Alpi.
La neve sull’Atlante in Marocco

La situazione sulle Alpi
Qui la neve è quasi assente e lo zero termico si spinge fino a 2.800-3.000 metri di quota, valori più tipici della tarda primavera che dell’inverno, con conseguenze evidenti come innevamento naturale scarso o nullo fino a quote elevate, ghiacciai esposti e stazioni sciistiche sempre più dipendenti dalla neve artificiale. Uno scenario tutt’altro che casuale, legato a configurazioni atmosferiche sempre più estreme e bloccate e a un Mediterraneo più caldo della media, che favoriscono un vero e proprio ribaltamento delle regole stagionali, con aria fredda in discesa verso il Nord Africa e correnti miti dirette sull’Europa centrale e alpina. Ciò da vita a un inverno “capovolto” che non rappresenta solo una curiosità meteorologica ma un segnale forte di un cambiamento climatico più profondo, in cui le certezze stagionali si sgretolano. Il freddo non segue più le geografie tradizionali, lasciando un messaggio chiaro: l’inverno che conoscevamo non è più garantito.