
CENTRO-NORD EUROPA, SITUAZIONE OPPOSTA ALLO SCORSO ANNO, TEMPO SPESSO INSTABILE E FRESCO – A differenza dello scorso anno, quando l’anticiclone africano spadroneggiava anche oltralpe con picchi di caldo record in particolare tra Germania, Francia, Olanda e Isole Britanniche, quest’estate si sta dimostrando spesso instabile e a tratti fresca sull’Europa centro-settentrionale. Il flusso perturbato atlantico è infatti ben attivo sugli Stati centro-settentrionali con frequenti precipitazioni e temperature massime raramente prossime ai 28-30°C, anzi negli ultimi giorni spesso sotto i 23-24°C su Isole Britanniche, Scandinavia, area Batlica, Paesi Bassi e Francia settentrionale.
IN ARRIVO UNA FORTE PERTURBAZIONE DI STAMPO AUTUNNALE – Nei prossimi giorni una notevole ondulazione della corrente a getto in Europa favorirà l’affondo di una vasta saccatura colma di aria fredda di diretta estrazione artica fin sul cuore del Vecchio Continente. All’interno di questa saccatura, una intensa perturbazione atlantica dalle caratteristiche pienamente autunnali raggiungerà dapprima Francia e Isole Britanniche (2-3 agosto), per poi portarsi rapidamente verso Olanda, Belgio, Danimarca, Germania, Polonia e Scandinavia (4-6 agosto). Ci attendiamo condizioni di tempo instabile a tratti proprio perturbato con pioggia, forte vento (raffiche anche di oltre 90-100km/h) e soprattutto un successivo tracollo termico con temperature diffusamente sotto la media del periodo. In questo frangente sugli Stati centrali le massime potrebbero a stento raggiungere i 20°C durante le fasi piovose, addirittura i 15-17°C sugli Stati settentrionali come ad esempio caldScozia e Irlanda.

MEDITERRANEO INVECE ROVENTE MA CI SONO NOVITA’ – Tutta un’altra storia invece sul Mediterraneo che ha sofferto picchi di caldo eccezionali e reiterati da Spagna a Centrosud Italia, Grecia e in generale sul Nord Africa. Il tutto a causa di un anticiclone africano di eccezionale potenza che solo negli ultimi giorni è stato rimpiazzato dal collega azzorriano sul Mediterraneo, smorzando solo in parte la canicola, ma che continua invece ad arroventare i suoi paesi di origine (raggiunti i 50°C in Algeria). Tuttavia c’è aria di cambiamento: il settore meridionale della succitata saccatura europea affonderà il colpo anche sul Mediterraneo centrale tra il 4 e il 6 agosto, portando una sventagliata di aria più fresca dalle Baleari alla Grecia, al prezzo però di qualche forte temporale (anche sull’Italia). I venti di Maestrale e tramontana favoriranno infatti un deciso calo termico tanto che le temperature si porteranno diffusamente sotto la media del periodo per qualche giorno, fin sulle coste di Algeria e Tunisia.

E IL RISCALDAMENTO GLOBALE? – L’evento previsto è collegato puramente alla variabilità meteorologica, che ricordiamo agisce su scale temporali di qualche giorno e che nulla a che fare con il clima, che si definisce su scale decennali. Anche in epoca di riscaldamento globale infatti possono verificarsi fasi in cui le temperature risultano sotto media su determinate aree, ma per qualche giorno e questo non ne definisce la climatologia: in questa circostanza sarà il turno di Europa e parte del Mediterraneo. Ad ogni modo le fasi e le zone termicamente sotto media risultano sempre più minoritarie rispetto a quelle sopra la media, come testimonia anche la proiezione delle anomalie di temperatura a 2 metri prevista dal modello ECMWF (immagine sopra): notate come predominano le aree rosse non solo per estensione ma anche per intensità, in particolare sull’emisfero boreale. Fa parte del gioco di scambio termico con la quale la Terra cerca di equilibrare la temperatura tra poli ed equatore: ad una ‘offensiva’ calda corrisponde sempre una risposta fredda, con scambi tanto più marcati quanto gli affondi sono in senso meridiano. Il problema attuale è che questi scambi meridiani partono da una base termica via via sempre più alta, a parità di configurazioni bariche del passato: in parole povere quando arriva il caldo è spesso sempre più caldo, mentre il freddo è sempre meno freddo, al netto di casi localizzati nel tempo e nello spazio che ci saranno sempre e che fanno parte appunto della variabilità meteorologica.
Il discorso invece diventa molto più delicato quando si parla di precipitazioni, strettamente legate alle configurazioni bariche e quindi alla variabilità meteorologica: non vale infatti l’equazione semplicistica riscaldamento globale = siccità; in questo caso semmai bisogna analizzare a fondo come le variazioni climatiche influiscano sui pattern sinottici, ma ci vogliono periodi statisticamente rilevanti. Certamente un contesto climatico più caldo offre sul piatto maggiore energia a perturbazioni e sistemi temporaleschi una volta che questi prendono vita.