Come integrare le tecnologie ENEA nelle nuove schemi di progettazione urbana

 

(TEMPOITALIA.IT) Integrare le tecnologie innovative di ENEA nella progettazione urbana significa ripensare completamente il modo in cui si pianificano e si rigenerano gli spazi urbani, combinando soluzioni naturali e avanzamenti tecnologici per rendere le città più resilienti, sostenibili e pronte alle sfide del clima.

Il progetto DE-Sign di ENEA, ad esempio, propone un approccio in cui la diagnosi energetica degli edifici e delle aree urbane viene fusa con strategie di design sostenibile. Ogni intervento di riqualificazione non si limita a valutare l’estetica o la funzionalità, ma analizza con precisione i consumi e sfrutta materiali e tecnologie innovative per migliorare il microclima e ridurre l’impatto ambientale.

Un ruolo chiave lo giocano le soluzioni multifunzionali basate sulla natura, che ENEA declina in 25 strategie replicabili: dalle microforeste urbane alle pensiline verdi, dai tetti e pareti vegetali alle pavimentazioni permeabili, capaci di mitigare il calore urbano, favorire la biodiversità e creare spazi di socialità. Anche in contesti di piccole dimensioni, la presenza di aree verdi studiate può incidere fortemente sulla qualità della vita.

Fondamentale è anche la gestione intelligente delle risorse idriche e dei materiali: il riuso delle acque piovane, l’impiego di cool materials ad alta riflettanza e la creazione di corridoi ecologici come le tramvie verdi non sono più semplici opzioni, ma elementi centrali di un disegno urbano moderno.

La trasformazione passa inoltre dalla digitalizzazione delle infrastrutture urbane. La Smart City Platform sviluppata da ENEA utilizza standard aperti per raccogliere e condividere dati su energia, mobilità e spazi verdi, permettendo decisioni rapide e basate su evidenze concrete. In questa prospettiva, la città diventa capace di offrire servizi on demand e di adattarsi ai cambiamenti climatici in tempo reale.

Ma la tecnologia da sola non basta: ENEA sottolinea l’urgenza di formare tecnici specializzati, amministratori e operatori in grado di gestire nuovi materiali, sistemi verdi e piattaforme digitali. Anche il coinvolgimento attivo dei cittadini e degli stakeholder locali è considerato essenziale per il successo di qualsiasi intervento.

L’esperienza maturata nei progetti pilota realizzati in diverse città italiane ha dimostrato l’efficacia di strategie come la scelta di specie autoctone a basso potere allergenico, il raggiungimento di almeno il 10% di copertura arborea entro il 2030 come previsto dalla Legge europea sul Ripristino della Natura, e la creazione di spazi pubblici multifunzionali in grado di unire raffrescamento urbano, gestione delle acque e servizi ecosistemici.

Questi interventi non si limitano a essere “buone pratiche”: rappresentano un modello concreto e scalabile per un’urbanistica del futuro, in cui la sinergia tra innovazione tecnologica e natura diventa il motore di città più sane, vivibili e pronte alle sfide climatiche.

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