
L’inverno australe si chiude con un’ondata di aria proveniente dall’Antartide che ha portato nevicate eccezionali e condizioni da pieno blizzard. Tra New South Wales, Victoria, e Tasmania, il paesaggio si è trasformato in poche ore, con accumuli fino a 77 centimetri di neve fresca al Mount Hotham e punte di 40 cm a Dinner Plain.
Non si è trattato di un fenomeno relegato solo alle vette più alte: la neve ha raggiunto anche quote insolitamente basse, intorno ai 600-1 000 metri, imbiancando località abituate a vedere fiocchi solo in casi rari. Freddo e neve hanno reso difficili gli spostamenti, con raffiche di vento fortissime che hanno accentuato la sensazione di gelo e creato visibilità ridotta, tipica delle bufere.
L’ondata di gelo ha fatto sentire i suoi effetti ben oltre le zone montuose. Nel Queensland sud-orientale, nonostante la latitudine subtropicale, i termometri sono crollati sotto lo zero in diverse località interne. A Brisbane, le temperature sono scese su valori insolitamente bassi per la stagione, accompagnati da venti gelidi che hanno accentuato la sensazione di freddo.
Questo inverno australe è stato caratterizzato da una forte variabilità; alle ondate di caldo fuori stagione si sono alternate incursioni fredde di matrice polare. L’episodio di fine agosto – inizio settembre rimarrà tra i più intensi degli ultimi anni, non solo per le nevicate record, ma anche per l’estensione territoriale del freddo.