Decessi nel mondo dovuti a freddo e a caldo

Novembre 18, 2022 Off Di miometeo

Tutti sappiamo che il freddo uccide più del caldo. Anche storicamente, le civiltà sono nate durante periodi caldi e dopo la loro evoluzione, sempre nello stesso periodo caldo, sono andate in crisi e spesso sono scomparse quando la temperatura ha iniziato ad abbassarsi e le condizioni di vita sono diventate meno favorevoli all’organizzazione della società e all’esistenza giornaliera.

La narrativa corrente (mainstream) nei nostri tempi, in cui si prospetta un disastro e si instilla paura per questo, mai dimostrato (se non nei modelli che essenzialmente stimano con valori estremi le situazioni fisiche di cui non si conosce bene la struttura, l’evoluzione e i rapporti con le altre grandezze in gioco) e non visibile nei dati sperimentali, disastro futuro ci porta a pensare che un clima caldo -dovuto esclusivamente allo stile di vita dell’uomo occidentale, naturalmente- sia una delle principali cause di morte nel mondo, legate al clima.

Il lavoro di Zhao e colleghi (2021) ci fornisce invece un risultato impressionante, mettendo in evidenza che le morti in eccesso -nel globo, nei continenti e nelle aree regionali- sono soprattutto dovute alle condizioni di freddo. Possiamo senza dubbio leggere i dati nella loro tabella 1, ma la forma grafica dell’istogramma ci fornisce un impatto a mio parere più incisivo e ci porta a non credere più alla narrativa mainstream.
Gli autori, dal 2014, hanno raccolto i loro dati nel Multi-Country MultiCity (MCC) Collaborative Research Network

…per valutare in maniera sistematica il rischio di mortalità legata alla temperatura, attraverso nazioni e regioni, usando una metodologia unificata. MCC usa un’analisi a tre stadi per calcolare il peso della mortalità attribuibile a temperature non ottimali e ha stimato che il 7.71% delle morti totali in 13 nazioni o territori siano attribuibili a temperature non ottimali tra il 1985 e il 2012. La rete MCC si è espansa in anni recenti con dati sulle serie temporali di mortalità e condizioni meteorologiche aggiornate a 750 luoghi in 43 nazioni o territori. Queste aree danno conto del 46.3% della popolazione mondiale.

Fig.1: A) Numero di morti in eccesso, dovuti a condizioni fredde e calde, sull’intero globo, nei continenti e nelle aree regionali. A destra di ogni etichetta che indica il continente sono riportati i decessi delle aree regionali (es America Latina, Europa Occidentale, Asia Centrale, Nord Africa …). Come si vede bene, i bin verdi (i decessi complessivi) sono la somma dei decessi dovuti a freddo (blu) e caldo (rosso). B) Come in A) senza il bin “Global” per poter espandere la scala verticale e mettere meglio in evidenza i piccoli valori in rosso.

La tabella 1 originale contiene anche i limiti di confidenza (CI) dei valori riportati e la percentuale dei decessi continentali e regionali rispetto a quelli totali (ad esempio, rispetto ai 489075 decessi globali legati al caldo, nell’intero continente americano si sono osservati 56759 morti o l’11.61% [56759/489075]). Non ho usato queste informazioni (CI e %) nella figura 1 e nel file dati (morti.txt) anche se sono disponibili nel file causa-morte.txt nel sito di supporto.

Malgrado il fatto che abbia subito diversi attacchi alla sua serietà durante la pandemia del COVID, The Lancet (che ha pubblicato il lavoro di Zhao) rimane un autorevole giornale peer-review per cui è difficile dubitare dei risultati del lavoro mostrati nella figura 1. Tuttavia un lavoro più recente, di Clarke et al., 2022, fornisce risultati che, almeno a prima vista, sono quasi esattamente opposti a quelli di Zhao: ad esempio, la tabella 1 di Clarke riporta:

I dati EMDAT usati da Clarke sono gestiti dall’Università Cattolica di Lovanio (Belgio) che è una istituzione molto valida e che non dovrebbe pubblicare dati falsi o distorti. La stessa considerazione, fino a prova contraria, vale per i dati MCC di Zhao.
Nel sito EM-DAT si trova un lavoro (Jones et al., 2022) nel quale si legge, tra l’altro,: “Degli iniziali 2127 risultati della ricerca (di articoli con mortalità che hanno usato EM-DAT ndr) 421 hanno superato i criteri di inclusione. Di questi, sono stati selezioni i 20 più citati e per ognuno sono stati estratti dati sull’uso di EM-DAT, l’attenzione data ai dati mancanti e il modo utilizzato per gestirli”. Questo a confermare la serietà nella gestione del database.

Rimane quindi il dubbio su quale sia la causa principale di mortalità legata alla temperatura, a meno che nei due databese non ci siano differenti modi di raccogliere e attribuire la causa dei decessi e che ognuno -nel suo ambito di definizioni- sia corretto. E dubito che la differenza di estensione temporale (1985-2020 contro 2000-2020) possa aver provocato il ribaltamento osservato nei dati.
Se consideriamo, nella tabella di Clarke, la colonna “Total affected” abbiamo risultati più in linea con quanto espresso da Zhao, ma ovviamente, non è questo il modo di confrontare le due situazioni in cui la variabile è “decessi”.

Devo dire che nel 2021 ho scaricato il dataset EM-DAT (del 2020) per i disastri naturali (il sito ourworldindata.org usa i dati EM-DAT in questo caso), dal quale ho ricavato che tutti gli eventi registrati sono in diminuzione o costanti con qualche picco, anche quelli legati agli estremi del tempo meteorologico e agli estremi di temperatura (entrambi relativi ai due estremi possibili) e, anche se gli argomenti sono disgiunti, non sono portato a credere che i dati usati da Clarke possano essere in contrasto con il senso comune (il freddo è peggiore del caldo).

Bibliografia

  • Ben Clarke, Friederike Otto, Rupert Stuart-Smith and Luke Harrington Extreme weather impacts of climate change: an attribution perspectiveEnviron. Res.: Climate1, 012001, 2022. .
  • Zhao Qi, Guo Y., Tingting Y. et al.: Global, regional, and national burden of mortality associated with non-optimal ambient temperatures from 2000 to 2019: a three-stage modelling studyLancet Planet Health,5, e415–25, 2021. https://doi.org/10.1016/S2542-5196(21)00081-4.
    Tutti i dati e i grafici sono disponibili nel sito di supporto

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