
Un’estate senza estate? È un interrogativo che, seppur suggestivo, trova qualche fondamento in alcune recenti osservazioni meteorologiche, legate alla possibile presenza di cicloni più intensi del consueto in prossimità delle Isole Britanniche. In effetti, si parla diffusamente di ondate di calore, di caldo estremo, di correnti africane che potrebbero investire l’Italia e le regioni circostanti del bacino del Mediterraneo, come conseguenza di una maggiore e più frequente espansione delle influenze del deserto del Sahara, rispetto a quanto avveniva in passato. Si tratta di condizioni atmosferiche e climatiche concrete, documentate da fonti scientifiche autorevoli e riconosciute a livello internazionale.
Tuttavia, si sta delineando un nuovo elemento perturbatore, in grado di compromettere la stabilità atmosferica su ampie aree del continente europeo, in particolar modo durante una fase dell’estate: stiamo parlando di temperature eccezionalmente elevate che si stanno registrando nel settore orientale dell’Atlantico settentrionale. Fino a circa due settimane fa, i meteorologi paventavano la possibilità che le alte pressioni, che da mesi persistevano in quella zona, coinvolgendo anche il Nord della Francia, potessero determinare una configurazione atmosferica stabile e secca, causando condizioni di siccità prolungata, in particolare al Nord Italia.
Ma negli ultimi giorni si è verificato un cambiamento significativo, una sorta di svolta meteorologica, che tuttavia necessita ancora di conferme nei prossimi mesi. L’anticiclone, che per lungo tempo aveva dominato incontrastato in quell’area, sembra ora in progressivo indebolimento, e al suo posto stanno facendo ingresso le correnti oceaniche. Secondo le previsioni elaborate dai modelli matematici di simulazione atmosferica, si profilerebbe la formazione di cicloni molto profondi, i quali dovrebbero dapprima colpire in maniera decisa le Isole Britanniche, per poi proseguire il loro cammino verso est. Tale configurazione atmosferica potrebbe favorire la presenza di piogge frequenti e rendere la stagione estiva, almeno in parte, meno torrida e meno siccitosa del previsto.
Tuttavia, questa nuova configurazione potrebbe anche compromettere in maniera significativa una parte dell’estate nel Nord Italia, un’area geograficamente molto esposta, in simili condizioni, all’influenza delle correnti atlantiche. Così, mentre le regioni centrali e meridionali italiane continuerebbero a essere sotto l’egida delle ondate di calore africano, il Nord potrebbe affrontare una stagione estiva contraddistinta da piovosità frequente e da giornate caratterizzate da instabilità. È importante inoltre segnalare che il modello stagionale americano a lungo termine ha previsto un aumento delle precipitazioni anche nelle regioni centrali e meridionali della Penisola Italiana.
Insomma, vi sono elementi che fanno pensare a ben più che semplici interferenze atmosferiche, e che ci suggeriscono come l’estate che ci attende sia, al momento, ancora incerta, mutevole e difficile da decifrare, e sarà necessario continuare ad analizzarla nel corso del tempo con l’ausilio degli strumenti previsionali più aggiornati.