Gli eventi estremi meteo-climatici non stanno aumentando come mostra chiaramente l’IPCC sulla base di dati ed analisi storiche e lo stesso vale per i disastri naturali. Per sostenere la narrativa della “crisi climatica” si sta cercando allora di imporre la nuova dottrina “Extreme Event Attribution” (EEA), che pretende di riconoscere e quantificare la responsabilità umana in ogni singolo evento estremo ed addirittura arrivare a dire quale sia la probabilità che una data tipologia di evento estremo aumenti in futuro.
Chiariamo brevemente in che modo questi concetti differiscono e perché questa differenza è importante.
- L’analisi dell’IPCC deriva dalla sua definizione di “cambiamento climatico” come un cambiamento nelle statistiche meteorologiche su lunghi periodi di tempo, in genere molti decenni. Per la maggior parte dei fenomeni meteorologici estremi, l’IPCC non osserva cambiamenti rispetto alle osservazioni storiche e non prevede significative variazioni entro la fine di questo secolo.
- Il concetto di EEA è stato inventato per collegare specifici eventi meteorologici ai cambiamenti climatici e caratterizzato come un tentativo di ottenere visibilità sui media e sostenere le controversie in materia di clima. La maggior parte del lavoro dell’EEA viene pubblicato al di fuori della letteratura scientifica, annunciato tramite comunicati stampa ed è in genere in contrasto con gli articoli scientifici sugli eventi estremi.
- L’analisi storica è scientificamente rigorosa, coerente con la definizione di cambiamento climatico dell’IPCC e tratta gli eventi estremi allo stesso modo di altri fenomeni, come le temperature globali e l’innalzamento del livello del mare. L’approccio dell’EEA è scientificamente problematico ed incoerente con le conclusioni dell’IPCC.
Diamo un’occhiata ad un esempio specifico delle differenze tra la ricerca convenzionale dell’IPCC e quella dell’EEA e del perché sia importante. Consideriamo le seguenti affermazioni sulle inondazioni in Pakistan:
- L’analisi EEA, supportata da World Weather Attribution (WWA), riporta sui media (6 agosto 2025): “Ogni decimo di grado di riscaldamento porterà a piogge monsoniche più intense, evidenziando perché una rapida transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili sia così urgente”.
- L’analisi EEA (non sottoposta a revisione paritaria, pubblicata come comunicato stampa) afferma: “Le tendenze storiche associate al riscaldamento globale nei set di dati osservativi mostrano che le precipitazioni massime su 30 giorni nella regione di studio sono ora circa il 22% più intense… si prevede che eventi di forti piogge come questo diventeranno più frequenti e intensi”.
- Al contrario, un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria sull’individuazione e l’attribuzione di possibili cambiamenti nelle precipitazioni monsoniche in Pakistan (9 luglio 2025) ha concluso: “Comprendere come il cambiamento climatico influenzi le regioni monsoniche dell’Asia meridionale non è semplice, contrariamente a quanto suggerito da alcuni commentatori mediatici nel riportare le inondazioni in Pakistan nel 2022”.
- Lo stesso studio sulle proiezioni di forti precipitazioni future: “I nostri esperimenti mostrano che un futuro aumento antropogenico delle concentrazioni di CO2 non porterebbe necessariamente a un’ulteriore esacerbazione delle precipitazioni in Pakistan; è stata invece riscontrata una riduzione non significativa di circa il 5% della media complessiva delle precipitazioni”.
- Uno studio del 2022 sull’incidenza delle inondazioni in Pakistan: “Le portate massime annuali hanno mostrato tendenze negative in 15 (10 significative) stazioni, mentre tendenze positive sono state mostrate in 7 (2 significative) stazioni tra il 1981 e il 2016”.
Queste diverse affermazioni sono impossibili da conciliare:
- Le inondazioni in Pakistan sono aumentate. Le inondazioni in Pakistan non sono aumentate.
- Le precipitazioni monsoniche aumenteranno sicuramente. Le precipitazioni monsoniche probabilmente diminuiranno.
- La riduzione delle future emissioni di anidride carbonica modulerà direttamente il comportamento dei monsoni. È improbabile che le future emissioni di anidride carbonica siano un fattore significativo nel comportamento dei monsoni futuri.
Gli eventi estremi sono diventati un argomento politico. L’analisi EEA collega gli eventi estremi al cambiamento climatico, promuovendo l’idea che “ogni decimo di grado” di aumento della temperatura globale sia associato a eventi più estremi e a più disastri. Se solo riducessimo le emissioni, si sostiene, potremmo anche modulare gli eventi meteorologici estremi. In questa logica, ogni disastro meteo-climatico diventa una questione di consumo energetico, e non di esposizione, vulnerabilità e decisioni locali che hanno visto il numero di morti per catastrofi naturali scendere al livello più basso da oltre un secolo. Questo approccio deresponsabilizza gli amministratori dedicati alla cura del territorio dando ogni colpa delle distruzioni e dei decessi causati da disastri meteo-climatici all’aumento di CO2 in atmosfera.
La valutazione scientifica può essere impegnativa anche nelle circostanze migliori. Quando una valutazione viene assunta a fini politici, cessa di essere una valutazione scientifica e si trasforma in qualcos’altro.