
(TEMPOITALIA.IT) Un’osservazione su larga scala, che si estende dall’immensità dell’Oceano Atlantico fino alle steppe della Siberia, mette in luce segnali interessanti sulle anomalie di pressione atmosferica al suolo previste tra l’inverno e la primavera del 2026. Si tratta di proiezioni a lungo termine, dunque soggette a margini di variazione, ma che delineano un quadro coerente su scala continentale, utile a comprendere come si muoveranno le grandi masse d’aria nei prossimi mesi.
Quando la pressione aumenta in modo marcato sull’Eurasia, soprattutto nei mesi freddi, si forma il potente anticiclone russo-siberiano, una struttura termica che trattiene al suolo l’aria gelida e ne favorisce un ulteriore raffreddamento notturno per irraggiamento. Dall’area che si estende oltre i Monti Urali fino quasi alle coste del Pacifico, prende vita così il principale “polo del freddo” dell’intero Emisfero Nord, dove le temperature possono crollare fino a –60 °C nella parte più orientale.
A novembre il Centro Meteo Europeo (ECMWF) prevede un vasto dominio anticiclonico che si espande dalla Scandinavia fino al cuore della Siberia, con anomalie di pressione positive e un raffreddamento marcato. Questo scenario potrebbe estendersi verso i Paesi Baltici e connettersi, tramite l’Islanda, con l’anticiclone delle Azzorre, generando una configurazione capace di convogliare aria fredda sull’Europa orientale. In risposta, l’Europa centro-meridionale, inclusa l’Italia, vedrebbe invece il predominio di aree cicloniche con piogge abbondanti, in particolare sul bacino del Mar Mediterraneo, sulla Francia e sul sud delle Isole Britanniche.
Nel mese di dicembre 2025, l’inizio dell’inverno meteorologico vedrebbe il Mediterraneo ancora protagonista di precipitazioni sopra la media. L’anticiclone delle Azzorre, spostato più a nord, ostacolerebbe l’arrivo delle perturbazioni oceaniche, mentre la Russia e la Siberia resterebbero sedi di un freddo intenso. In Italia le temperature potrebbero mantenersi lievemente sopra la norma (+0,5/+1,0 °C), ma con frequenti piogge e nevicate abbondanti sulle Alpi, non sempre a quote basse.
Con l’arrivo di gennaio 2026 la situazione muta parzialmente: la Siberia torna più gelida, mentre la Scandinavia mostra lievi anomalie positive. Sull’Europa occidentale si rafforza un poderoso campo di alta pressione che dal Mare del Nord si estende fino alla Russia europea. In Italia le correnti da nord-est, spinte dal bordo orientale dell’anticiclone, potrebbero incanalare aria fredda verso il Mar Mediterraneo, generando nevicate a bassa quota, anche in aree insolite come Roma.
A febbraio 2026 l’anticiclone delle Azzorre si ritira sull’Atlantico centrale, mentre la pressione cala su Europa e Siberia. L’aria mite si fa avanti con maggiore decisione: le temperature aumentano, soprattutto sull’Eurasia e sul Nord Italia, dove si potrebbero registrare valori fino a +1,5 °C sopra la media. Le precipitazioni invece calano, soprattutto sull’area mediterranea. Un’anomalia che potrebbe influenzare le Olimpiadi invernali in Lombardia, rendendo l’inverno più corto e anticipando la sensazione di primavera.
Nel mese di marzo il Vortice Polare potrebbe entrare in una fase di instabilità, favorendo scambi di massa d’aria più vivaci tra nord e sud. Il mese si prevede termicamente sopra la media di circa +0,5/+1,0 °C in Italia, con piogge più frequenti al Centro-Sud e deficit pluviometrici al Nord. Le zone artiche e la Scandinavia resterebbero invece sotto l’influenza di un freddo intenso, a tratti estremo.
Ad aprile 2026 le precipitazioni tornerebbero a crescere sul Nord Europa, dalle Isole Britanniche alla Russia fino alla Siberia, dove persisterebbero nevicate anche abbondanti. L’Italia settentrionale, invece, continuerebbe a mostrare un deficit pluviometrico. Sul piano barico l’alta pressione delle Azzorre, rimasta robusta per tutto l’inverno, si collocherebbe a nord-ovest della Francia, interessando anche parte delle Isole Britanniche e bloccando le correnti oceaniche. Ciò potrebbe riproporre il problema della siccità in Spagna e Portogallo, regioni in cui le piogge invernali sono vitali.
Nel complesso, da novembre 2025 ad aprile 2026 il disegno meteorologico tracciato dall’ECMWF mostra un equilibrio fragile tra fasi fredde continentali e episodi di mitezza precoce, con una chiara impronta del cambiamento climatico, che rende sempre più complessa la previsione stagionale e altera la regolarità delle stagioni tradizionali.
Credit: l’articolo è stato redatto su analisi scientifica principalmente dei dati di ECMWF, e Global Forecast System del NOAA. (TEMPOITALIA.IT)