Ghiacci artici: Massimo di estensione 2024

Marzo 28, 2024 Off Di miometeo

Cominciamo dalla fine: se qualcuno nel fornirvi un dato vi dicesse: “questo dato è il quattordicesimo più basso in una serie storica di 46 anni” voi cosa pensereste? Probabilmente che si sta cercando di trasformare una non-notizia in qualcosa di scientificamente rilevante.

E non sarà sicuramente il caso della situazione dei ghiacci artici al termine di questa stagione fredda, allorché (appunto) il dato di massima estensione, raggiunto il 14 di Marzo, rappresenta soltanto il quattordicesimo più basso della serie storica. Detta altrimenti, negli ultimi 46 anni di rilevamenti satellitari ben 13 anni hanno chiuso l’inverno con una estensione dei ghiacci inferiore a quella registrata nel 2024 (Fig.1).

Non si tratta in realtà di una novità: sono infatti diversi anni che le estensioni dei ghiacci artici (e con queste anche i volumi) si muovono all’interno di un range sostanzialmente costante in cui le oscillazioni sono determinate soprattutto dalle dinamiche circolatorie. E sarà anche per questa ragione che gli aggiornamenti un tempo regolari sui massimi e minimi di estensione dei ghiacci artici si sono rarefatti anche sulle pagine di CM: per evitare di raccontare troppe volte una storia troppo simile.

Ma tornando ai freddi (è il caso di dire) numeri sui ghiacci artici, vale la pena dare una occhiata anche ai volumi. Gli ultimi dati risalgono a più di un mese fa (Fig.2) e quindi non sono perfettamente sovrapponibili a quelli relativi all’estensione (tanto più che quest’ultima ha visto un aumento notevole proprio nell’ultimo mese di rilevamenti). In ogni caso la situazione è in linea con quelle degli ultimi anni.

Ancora più illuminante è il grafico riportato più avanti in Fig.3 che mostra il trend dei volumi dei ghiacci artici nel mese di febbraio degli ultimi 15 anni, estrapolati rispettivamente da Cryosat e PIOMAS (fonte: Polar Science Center). In entrambi i casi l’encefalogramma dei volumi artici è praticamente piatto: totale assenza di trend negli ultimi 15 anni.

Quest’ultima considerazione, in particolare, merita attenzione giacché i volumi dei ghiacci artici sono una metrica molto più affidabile rispetto alle estensioni, e una costanza dei volumi in prossimità del massimo annuale ci racconta una storia molto semplice, ovvero che negli ultimi 15 anni il “frigorifero” dell’Artico non ha dato nessun segno di malfunzionamento. Infatti, dal momento in cui termina la stagione del disgelo e vengono segnati i minimi di estensione e volume annuali, il sistema ha dimostrato di poter produrre sostanzialmente lo stesso volume di ghiacci nella successiva stagione fredda, da 15 anni a questa parte.

Chi scrive non è particolarmente appassionato al tema della ricerca del trend a tutti i costi, e quindi non pretende che questi dati dimostrino qualcosa di preciso, tanto meno una inversione del trend di decrescita evidenziatosi nei 46 anni di rilevamenti satellitari. Qualche considerazione, tuttavia, si può provare a farla. E ci perdoni chi ricorda di averne lette di simili già negli scorsi report.

  • La serie dei rilevamenti di estensione e volumi dei ghiacci artici è troppo giovane per poter dimostrare alcunché. Tanto più che i 46 anni in questione rappresentano un lasso di tempo troppo vicino a quello di alcuni dei più importanti cicli multidecadali delle temperature degli oceani.
  • I dati raccolti negli ultimi 15 anni dimostrano che non esiste una relazione lineare (e tanto meno esponenziale) tra il riscaldamento della superficie terrestre e la quantità di ghiacci della calotta artica. Niente amplificazione artica per volumi del pack, niente hockey stick, nessuna mortifera combinazione di feedback positivi: semplicemente, calma piatta.
  • L’ossessione dei media per i ghiacci artici, al di là delle necessità di cronaca del Rescue Team, non trova giustificazione. Innanzitutto perché, al di fuori di una concezione del Pianeta orso-bianco-centrica, nessuno è in grado di dimostrare che una Terra con meno ghiacci “funziona meno bene” di un Pianeta assediato dai ghiacciai. E tanto più alla luce di studi paleoclimatologici che hanno concluso che nell’ultimo Interglaciale l’Artico si presentava già completamente privo di ghiacci in estate (per altro, in assenza di SUV e di allevamenti intensivi di bovini).

Ma se proprio si vuole trovare qualcosa su cui tutti, ma proprio tutti possono essere d’accordo, beh… in effetti una cosa ci sarebbe: le previsioni di quegli espertoni di clima che prevedevano la scomparsa dei ghiacci artici negli ultimi 15 anni si sono rivelate totalmente infondate. I trend di diminuzione di estensioni e volumi previsti (in particolare dopo il celeberrimo minimo del 2012) non si sono mai realizzati nei termini catastrofistici raccontati dai media. Migliaia di articoli allarmistici, previsioni finemondistiche, anni di inutili fiumi di inchiostro e di parole non hanno trovato alcun riscontro nella realtà dei fatti.

E quindi questi ultimi dati provenienti dal grande Nord, in sé piuttosto noiosi da un punto di vista statistico, ci danno in fondo una piccola grande lezione: leggere e ascoltare previsioni climatiche sui (tele)giornaloni è un esercizio totalmente inutile.

Assolutamente suicida, invece, è la pretesa da parte delle élites europee di delinare dolorosissime politiche economiche multidecennali inflazionistiche e di decrescita sulla base di quelle stesse scassatissime previsioni. Ma questa, è davvero un’altra storia.

 

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