Il meteo prepara sorprese: segnatevi le date del ritorno del freddo

(TEMPOITALIA.IT) Nei prossimi due mesi l’Italia giocherà a rincorrersi con l’inverno. Questa non è una previsione puntuale, ma una lettura meteo-climatica costruita sugli indici oceanico-atmosferici più usati dai centri internazionali. L’obiettivo è capire quando aumenterà il rischio di freddo e di neve a bassa quota, e quando invece prevarranno fasi più mite e siccitoso, da inizio Novembre fino a Dicembre 2025.

Il quadro di fondo, a inizio stagione, non offre un “regista” unico. Tra NAO e AO che ondeggiano vicino alla neutralità, una MJO vivace ma dalla presa corta, un Vortice Polare in salute e una La Niña debole, l’Europa si presenta più da “equilibrio mobile” che da colpo di scena duraturo. Tradotto: spazio a finestre fredde anche incisive, ma con difficoltà a trasformarsi in fasi lunghe e bloccate.

 

Dove siamo: un’Europa senza un driver dominante

In apertura di Novembre la NAO (North Atlantic Oscillation) oscilla attorno allo zero e non mostra segnali affidabili di una lunga fase negativa. Anche l’AO (Arctic Oscillation) resta sui valori neutri. Quando questi due indici non remano insieme in negativo, l’assetto medio sull’Europa favorisce la variabilità: qualche affondo freddo alternato a rimonte miti da sud-ovest. Il dado, insomma, non è ancora tratto.

 

La variabile tropicale: MJO brillante, ma con orizzonte corto

A metà Ottobre la MJO si è rinforzata tra Oceano Indiano e Maritime Continent, con possibile avanzamento verso il Pacifico nelle prime settimane di Novembre. Per noi conta soprattutto un passaggio in fasi 7–8–1 con buona ampiezza, spesso associato a onde del getto più marcate e a blocchi sull’Atlantico. Il problema è la persistenza: oltre la seconda settimana l’efficacia statistica scende e la traiettoria non è garantita. Da seguire, ma senza attribuirle poteri taumaturgici.

 

Stratosfera: vortice polare compatto, pochi “strappi” immediati

Tra fine Ottobre e inizio Novembre i venti zonali a 10 hPa e 60°N restano occidentali: non si intravedono segnali di Major Sudden Stratospheric Warming a brevissimo. Un Vortice Polare tendenzialmente solido di solito ostacola gli scambi meridiani duraturi verso l’Europa. Resta il classico “rumore di fondo” da rivalutare ogni settimana, perché i disturbi stratosferici tendono a crescere di probabilità avvicinandosi a Dicembre.

 

Il fondale oceanico: La Niña c’è, ma non detta legge da sola

Sul fronte ENSO prevale una La Niña attesa debole nel trimestre invernale OND–NDJ. Nel settore euro-atlantico il suo segnale è indiretto: più una cornice che un comando. Interagisce con i regimi dominanti (NAO e blocking), ma da sola non basta a “fissare il timone” della stagione sull’Italia.

 

Che cosa significa per l’Italia: novembre a strappi, dicembre con potenziale in crescita

Nella prima metà di Novembre la lunga fase pro-freddo è poco probabile. Possibili afflussi più freschi da nord/est al Centro-Sud e sull’Adriatico si alterneranno a rimonte miti da sud-ovest quando l’Atlantico prende spazio. Sulle Alpi prime nevicate soprattutto oltre media montagna nei passaggi più umidi; quote più basse solo con rapidi “strappi” freddi, episodici.

Nella seconda metà di Novembre sale l’incertezza. Se la MJO riuscisse a lavorare nelle fasi 7–8–1, aumenterebbe la possibilità di ondulazioni del getto con scambi freddi verso l’Europa centro-occidentale. Per l’Italia si aprirebbe una finestra di 2–4 giorni con freddo più diffuso, specie al Nord e sul versante adriatico, e neve localmente a bassa quota in presenza di aria continentale e precipitazioni attive. La persistenza, però, resta il tallone d’Achille.

 

A inizio Dicembre lo scenario più probabile è un’alternanza: rimonte subtropicali e passaggi perturbati. Clima mite e a tratti ventoso da libeccio/ponente, piogge su Nord-Ovest e tirreniche, ombre pluviometriche su Nord-Est, seguite da sventagliate più fredde lungo l’Adriatico. La neve in Pianura Padana richiede l’incastro perfetto tra aria fredda preesistente e precipitazioni diffuse non troppo ventilate: episodi possibili, non lo scenario base.

Nella seconda metà di Dicembre il potenziale cresce: aumentano le probabilità di fasi NAO-/AO- anche brevi (4–7 giorni). In quelle finestre l’Italia può agganciare irruzioni fredde degne di nota, con il Nord e i versanti adriatici favoriti per neve a quote medio-basse. Se invece il Vortice Polare restasse tonico e la NAO tendenzialmente positiva, prevarrebbero fasi mite/umide al Nord-Ovest e sulle tirreniche, con più piogge che neve alle basse quote e qualche rischio siccitoso sul medio-alto Adriatico.

 

Neve a bassa quota: l’incastro giusto e le aree più esposte

Per scendere fino in collina o, localmente, in pianura al Nord servono tre ingredienti: aria fredda continentale già posizionata, un minimo mediterraneo nei dintorni e ventilazione moderata negli strati bassi. Le probabilità migliorano da fine Novembre in poi, con picco climatologico tra Dicembre e Gennaio. Sull’Appennino centro-settentrionale chance in crescita soprattutto oltre 1200–1500 m a Novembre, con possibile calo delle quote negli episodi più freddi da fine mese; al Sud e in Sicilia la neve inizialmente resta sulle vette, con cali più netti solo con irruzioni da nord/est.

 

Caldo anomalo e siccità: rischi ancora sul tavolo

Con NAO spesso non negativa e MJO non sempre favorevole ai blocchi, resterà spazio a rimonte subtropicali anche tra Novembre e inizio Dicembre. Ne derivano periodi più miti del normale, talora ventosi, con piogge concentrate su Nord-Ovest e tirreniche e possibili deficit pluviometrici sul medio-alto Adriatico e sulle isole quando il flusso piega da ovest/sud-ovest. In ottica agricola e idrica permane il rischio di “falsi inizi”: nevicate in quota seguite da scaldate rapide.

 

Cosa monitorare, settimana dopo settimana

Tre tasselli faranno la differenza. Una MJO coerente e “larga” in fasi 7–8–1 aumenterebbe la probabilità di blocchi atlantici e di discese fredde verso l’Europa. Un doppio segnale NAO/AO in negativo, anche non lunghissimo, alzerebbe il rischio di freddo e neve a quote medio-basse su Nord e Adriatico. Infine la Stratosfera: eventuali warming minori e segnali di decoupling dei venti da metà/fine Novembre potrebbero ripercuotersi su Dicembre. Le stagionali europee mantengono spesso un bias mite: utile confrontarle mese per mese per capire dove cambiano davvero le probabilità di precipitazioni sopra o sotto media.

 

La sintesi per l’Italia (Novembre–Dicembre 2025)

Scenario base: alta variabilità senza un pattern pro-freddo stabile nelle prime settimane di Novembre; finestre fredde possibili ma di durata limitata. Neve più probabile in montagna, con chance a quote medio-basse in caso di brevi incastri favorevoli da fine Novembre e soprattutto in Dicembre; episodi in pianura possibili ma non lo “standard”. Fasi miti/siccità a tratti con rimonte subtropicali, piogge più probabili su Nord-Ovest e tirreniche, rischio di deficit sul medio-alto Adriatico se prevalgono correnti da ovest. I ribaltamenti restano legati a una virata NAO/AO in negativo e a disturbi stratosferici più avanti. Finché i tasselli non scattano insieme, la stagione procederà a strappi più che con onde fredde prolungate.

 

Credit: NOAA Climate Prediction Center, ECMWF, UK Met Office, Bureau of Meteorology – MJO, NASA – Stratosphere/SSW background (TEMPOITALIA.IT)

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