Innovazione verde: in Italia nuove strategie per spegnere il caldo delle isole di calore

(TEMPOITALIA.IT) In molte città italiane stanno prendendo forma interventi sempre più mirati per attenuare l’effetto delle isole di calore, fenomeno che amplifica le temperature nei centri urbani rispetto alle aree circostanti. Il cuore di queste azioni è unire natura, tecnologia e progettazione urbana intelligente, con soluzioni scalabili che migliorano il microclima e, allo stesso tempo, la qualità della vita.

 

A Roma, progetti pilota come quello di Piazza Mancini hanno dimostrato che, grazie a un mix di vegetazione strategica, materiali ad alta riflettanza e zone d’ombra, la temperatura percepita può scendere anche di 7°C, mentre l’intensità dell’isola di calore si riduce fino a 2°C. Secondo il Politecnico di Milano, basta aumentare del 10% la superficie verde di un’area urbana per registrare un calo medio di 0,26°C della temperatura del suolo.

 

Tra le soluzioni più diffuse troviamo le foreste urbane e la piantumazione massiva di alberi, capaci di abbassare la temperatura grazie all’ombreggiamento e all’evapotraspirazione. In parallelo si stanno sviluppando le microforeste e i parchi tascabili, piccoli polmoni verdi che trasformano spazi marginali in oasi fresche accessibili a residenti e turisti.

 

Le pensiline verdi alle fermate di autobus e tram, oltre a fornire ombra, migliorano il microclima e, in alcuni casi, integrano sistemi di raccolta delle acque piovane o pannelli solari. I tetti e le pareti verdi isolano gli edifici, riducono la domanda di climatizzazione e abbassano la temperatura esterna. Anche le pavimentazioni permeabili e le tramvie verdi stanno guadagnando spazio: trasformano superfici impermeabili in zone drenanti e vegetate, migliorando sia il deflusso dell’acqua che il comfort termico.

 

La ricerca tecnologica sta spingendo su materiali innovativi come i cementi riflettenti e i cool pavement, che aumentano l’albedo urbano riducendo l’assorbimento di calore. Alcune città sperimentano soluzioni di bioingegneria urbana, come i sistemi salvaradici che consentono la crescita di alberi anche in spazi stretti, preservando la salute del verde.

 

Il monitoraggio è affidato a tecnologie di telerilevamento satellitare, con progetti come Mirificus del CNR, che sfrutta i dati di NASA e Copernicus per mappare in tempo reale le zone più calde e pianificare gli interventi.

 

Oltre alla componente tecnica, si sta investendo molto nella formazione di amministratori e professionisti del verde, creando nuovi green jobs e assicurando una gestione sostenibile e duratura degli spazi urbani.

In contesti sperimentali come Nova Milanese, le BioForest® ispirate al metodo Miyawaki hanno registrato una riduzione della temperatura fino al 24% rispetto alle aree asfaltate, con un impatto positivo anche sulla biodiversità locale.

 

Questo approccio integrato – che unisce vegetazione autoctona, infrastrutture verdi modulari, materiali innovativi e gestione intelligente delle acque – sta delineando una nuova visione per le città italiane più esposte al surriscaldamento urbano, rendendole più resilienti di fronte alle ondate di calore che il cambiamento climatico rende sempre più frequenti.

  (TEMPOITALIA.IT)

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