

L’arrivo del fenomeno climatico La Niña, inizialmente previsto per quest’anno, sembra essere rimandato, e questo potrebbe avere implicazioni significative per il meteo globale nei prossimi mesi. La fase attuale di ENSO-Neutral, con variazioni di temperatura tra -0,5 °C e 0,5 °C nelle acque del Pacifico orientale e centrale, indica che né La Niña né El Niño stanno attualmente influenzando il clima. Questa condizione, spesso definita La Nada, rappresenta un periodo di transizione che potrebbe perdurare ancora per alcuni mesi.
Secondo uno studio recente sull’El Niño-Southern Oscillation (ENSO), la fase neutra persiste nelle aree centrali e orientali del Pacifico, e la probabilità di un passaggio a La Niña nei prossimi mesi sembra essere in calo. I dati pubblicati dalla NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) evidenziano che alcune zone del bacino del Pacifico registrano variazioni di temperatura di circa 0,3°C, mentre altre mostrano lievi diminuzioni sotto lo zero. Questi valori, sebbene non particolarmente significativi, indicano che la transizione a La Niña è in fase di rallentamento.
I meteorologi sostengono che potrebbero essere necessari ancora diversi mesi prima che si sviluppino pienamente le condizioni per una fase di La Niña. Nonostante un avviso rilasciato a febbraio che indicava l’imminente arrivo del fenomeno, il previsto passaggio da ENSO-Neutral a La Niña sembra procedere a rilento. Come dichiarato da Tom Di Liberto, meteorologo della NOAA, il Pacifico sembra essere in una sorta di “torpore estivo”, muovendosi lentamente verso la nuova fase climatica.
Le probabilità di sviluppo di La Niña tra Settembre e Novembre sono state calcolate al 66%, con un aumento previsto al 74% durante l’inverno. Queste previsioni si basano principalmente sulle acque più fredde che si trovano sotto la superficie dell’oceano e sui venti alisei più forti, che suggeriscono l’emergere graduale del fenomeno.
Il ritardo nel passaggio a La Niña potrebbe essere legato a variabili atmosferiche non ancora ben comprese, rendendo più difficile prevedere esattamente come si evolverà il meteo nei prossimi mesi. Tuttavia, nonostante l’attesa, le anomalie nelle temperature dell’Atlantico, che sono rimaste a livelli record, potrebbero compensare parzialmente l’assenza di La Niña, con effetti potenzialmente significativi sul meteo globale.
L’impatto di La Niña, seppur ritardato, potrebbe essere comunque rilevante durante l’inverno 2024/2025. La sua influenza sulla corrente a getto e sulle dinamiche atmosferiche globali potrebbe portare a cambiamenti significativi nei pattern meteo in molte regioni, in particolare in Europa e Nord America. Il ritardo nell’arrivo di La Niña, però, potrebbe offrire una breve tregua in termini di fenomeni meteo estremi, come piogge torrenziali e ondate di freddo. Tuttavia, l’arrivo della fase climatica non è da escludere del tutto, e la possibilità di eventi di meteo estremo rimane elevata per l’inverno.
Nel frattempo, l’Atlantico continua a mostrare temperature dell’acqua superiori alla media, il che potrebbe avere conseguenze anche sull’Europa e sul Nord Africa. Questa situazione, combinata con la fase ENSO-Neutral, potrebbe portare a un autunno caratterizzato da condizioni meteorologiche variabili, con possibili periodi di caldo anomalo intercalati da piogge intense. Le regioni dell’Europa meridionale e del Mediterraneo potrebbero essere particolarmente esposte a questa variabilità climatica, soprattutto nelle aree costiere di Italia, Spagna e Francia meridionale.
In conclusione, il ritardo dell’arrivo di La Niña potrebbe offrire una finestra di relativa stabilità climatica, ma il meteo resta fortemente influenzato da altri fattori globali, come le anomalie dell’Atlantico e i cambiamenti climatici. Le prossime settimane saranno cruciali per monitorare l’evoluzione di questi fenomeni e prevedere con maggiore precisione cosa ci aspetta nei mesi a venire.