A cura di Flavio con il contributo di Massimo Lupicino
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Analisi sinottica
La cellula atlantica staziona sul vicino Atlantico, con i massimi di pressione a nord delle Azzorre. Agisce in fase con la cellula russa, anch’essa dinamica, attraverso un ponte anticiclonico che passa per il Mare del Nord. Più a sud, sul bacino del Mediterraneo, la pressione si mantiene bassa per l’azione di due centri depressionari: il primo tra l’Iberia e il Marocco, il secondo in fuga dallo Ionio in direzione dell’Egeo. (Fig.1).
Nel corso della settimana la configurazione sinottica non muterà significativamente. Il campo di massa aumenterà sul bacino centro-occidentale del Mediterraneo, mantenendosi tuttavia su valori piuttosto bassi, e con la persistenza di deboli circolazioni depressionarie in quota che manterranno sull’Italia condizioni di instabilità. La persistenza di figure anticicloniche alle alte latitudini non offre al momento garanzie di stabilità duratura sul lungo termine.
Dopo una settimana di tregenda sulla Romagna e di preoccupazioni in Piemonte, il tempo concede una tregua pur in presenza di precipitazioni che continueranno a manifestarsi sotto la forma di temporali pomeridiani diffusi su tutto il Paese, in particolare sulle zone interne e montuose.
Consigli per il Rescue Team
Le carte purtroppo parlavano chiaro, e purtroppo l’alluvione è arrivata. Non è ovviamente tempo di polemiche né tantomeno di ironie sul Rescue Team, vista la gravità della situazione. Una riflessione però andrebbe fatta.
Questo Paese viene da decenni di carenza di investimenti in infrastrutture. Troppe volte è stata utilizzata la scusa del “rapporto deficit/PIL” per giustificare l’incapacità e la mancanza di volontà di spendere soldi per prevenire il dissesto idrogeologico, migliorare la gestione dei bacini idrici, ridurre le perdite degli acquedotti, o portare la qualità della rete viaria del Mezzogiorno a livelli che non fossero da Terzo Mondo.
Chissà come mai, invece, quando si è trattato di mettere qualche euro di mancetta nelle buste paga degli elettori, di pagare la gente per stare in poltrona a girarsi i pollici, o di alimentare l’industria della “accoglienza” (appesantendo inutilmente il deficit, e senza creare nemmeno l’ombra di un aumento del PIL), il modo di spendere si è trovato sempre, e il problema del rapporto deficit/PIL è sparito dai radar.
Investire in infrastrutture fa aumentare il PIL, genera benessere, crea occupazione, protegge e migliora le vite degli italiani, e fa risparmiare allo Stato montagne di miliardi spesi a babbo morto per rimediare ai danni. Investire in infrastrutture è keynesiano e fa il bene degli italiani.
E deve essere proprio per tutta questa serie di motivi che negli ultimi 20 anni in Italia si è fatto esattamente il contrario. Si è preferito distribuire mancette, far esplodere il debito, e propalare a reti unificate infinite cazzate sul global warming e su inesistenti crisi climatiche.
Per eludere le proprie responsabilità attribuendole al clima impazzito, e per dirottare la spesa pubblica dove si è ritenuto elettoralmente e geopoliticamente più conveniente, a tutto beneficio di speculatori, mega-fondi di investimento e presunti “amici” dall’altra parte dell’Oceano che del tutto incidentalmente si arricchiscono proprio grazie alle scelte economiche suicide dell’Europa.
I risultati di questa meravigliosa politica sono sotto gli occhi di tutti: siamo tutti più poveri, più insicuri e più depressi. Le fabbriche chiudono, l’inflazione ci dissangua, ma in compenso abbiamo tanti mulini a vento, pannelli solari e tasse sulle emissioni di CO2 che ci regalano una bolletta energetica sanguinosa e mettono fuori gioco le nostre aziende dal punto di vista competitivo.
In tempo di siccità ci scopriamo con pochi invasi e acquedotti-colabrodo. Dopo di che, bastano due settimane di pioggia e finiamo sommersi.
Tutto si può dire, tranne che non ce la siamo andata a cercare.
Previsioni per la settimana
Da Lunedì a Mercoledì schiarite anche ampie al mattino, e aumento della nuvolosità pomeridiana con associata fenomenologia in prevalenza temporalesca nelle ore più calde in particolare sui rilievi alpini e appenninici e nelle zone interne del Centro-Sud peninsulare. Fenomeni in attenuazione in serata con schiarite associate.
Temperature in lieve aumento. Venti deboli.
Giovedì persiste l’instabilità pomeridiana su tutto il Paese ma si intensifica al Nord, con possibili fenomeni localmente intensi sulla Val Padana centro-occidentale.
Temperature stazionarie. Ventilazione debole.
Da Venerdì a Domenica ancora instabilità pomeridiana su tutte le regioni, in graduale attenuazione per intensità e diffusione dei fenomeni.
Temperature stazionarie, in lieve diminuzione Domenica al Nord e versanti adriatici. Maestrale in intensificazione su Adriatico e Ionio.