
Pare incredibile discutere di neve nella Pianura Padana, una regione che una volta vedeva regolari nevicate invernali, ora colpita da un’evidente assenza di questi fenomeni. Questo mutamento è attribuibile anche ai cambiamenti climatici. In passato, specialmente tra gli anni ’50 e ’70, si temeva addirittura l’arrivo di una nuova Era Glaciale nel nostro pianeta, e tanta neve cadde pure in Italia. Ma ecco poi lo stop alle nevicate, con neve scarsa, ma nel nuovo millennio, le nevi tornano temporaneamente per un decennio circa, abbondanti fino al 2012-2013, quando la situazione è poi drasticamente cambiata. Un ruolo fondamentale è dovuto al Global Warming, ma anche alle fluttuazioni climatiche e a condizioni atmosferiche locali.
L’assenza di nevicate in questi anni è dovuta principalmente alla posizione geografica della Pianura Padana. Le Alpi, ad esempio, bloccano le nubi, limitando le precipitazioni nevose. Tuttavia, l’Emilia Romagna, grazie al doppio effetto dello stau appenninico e dell’adriatic snow effect, riceve più neve, ed anche se pure qui il fenomeno si è ridotto, ogni inverno le nevicate imbiancano anche più di una volta città, paesi e campagne. Anche il Piemonte occidentale sperimenta un fenomeno simile, sebbene meno costante.
Attualmente, due fattori principali riducono la nevosità nella Pianura Padana. Il primo è la diminuzione delle masse d’aria fredda provenienti dai Balcani o dalla Russia, cruciali per la formazione di neve. Il secondo è la prevalenza di condizioni di alta pressione durante l’inverno, che impediscono la formazione di nubi portatrici di precipitazioni.
Quest’anno, tutti i Centri Meteo che elaborano previsioni stagionali hanno decretato che ci sarà una minor presenza di alta pressione. Ma non sappiamo se anche il freddo previsto sarà sufficiente per dare quel cuscinetto d’aria fredda padano ideale per la neve.
Altro effetto penalizzante è il fenomeno del foehn, un improvviso riscaldamento dell’aria causato dal blocco delle perturbazioni invernali dalle Alpi. Aria che scende dalle montagne e si riscalda seccandosi, e oltretutto, portando cieli in prevalenza sereni. Questo contribuisce ulteriormente alla mancanza di neve. Di conseguenza, anche se il cambiamento climatico gioca un ruolo, la neve potrebbe ancora cadere in Pianura Padana se le condizioni atmosferiche fossero ideali, ovvero, con venti favorevoli.
La dispersione di calore nelle notti serene è un altro fenomeno caratteristico di questa regione. In assenza di nuvole, la valle perde calore più rapidamente, portando a un abbassamento delle temperature notturne. La conformazione geografica della valle trattiene l’aria fredda vicino al suolo, creando un ambiente simile a un congelatore. Ed ecco il freddo, ma le previsioni?
Le previsioni meteo climatiche attuali indicano che l’aria fredda raggiungerà la Pianura Padana, ma non ci sono state gelate significative fino a tutto dicembre. Ma gennaio non ci sono novità. Il freddo, ormai è atteso soprattutto nella terza decade del mese, quando ci dovrebbero essere anche precipitazioni, e la neve potrebbe mostrarsi in modo anche deciso.
Insomma, nonostante l’aumento delle temperature globali e invernali, la Pianura Padana rimane l’area di pianura più propensa a ricevere nevicate in Italia.
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