
Il vulcano Sakurajima che significa “Isola dei Ciliegi”, situato nella prefettura di Kagoshima, nel sud del Giappone, è tornato a far parlare di sé con una potente eruzione esplosiva avvenuta nelle prime ore del 15 maggio 2025, che ha sollevato una colonna di cenere vulcanica alta fino a 3.000 metri dal cratere Minamidake. L’Agenzia Meteorologica Giapponese (JMA) ha mantenuto il livello di allerta 3 (su 5), raccomandando alla popolazione di non avvicinarsi entro 2 km dal cratere a causa del rischio di bombe vulcaniche e possibili flussi piroclastici, mentre le autorità hanno avvertito di ricadute di cenere nelle prefetture di Kagoshima, Miyazaki e Kumamoto.

L’eruzione ha causato disagi ai trasporti aerei, con voli ritardati o cancellati dall’aeroporto locale, e ha destato particolare attenzione per la sua intensità, trattandosi della ventiduesima esplosione del vulcano nel 2025. Il Sakurajima e uno stratovulcano attivo inserito nella caldera di Aira, è uno dei vulcani più sorvegliati al mondo, monitorato costantemente tramite una rete avanzata di sismometri, GPS ad alta precisione, sensori di gas (SO₂), droni e telecamere termiche, coordinati dall’Università di Kyoto e dalla JMA. La sua attività è legata alla subduzione della placca delle Filippine sotto quella eurasiatica, e la natura del suo magma ad alta viscosità lo rende particolarmente predisposto a eruzioni esplosive, come quella del 1914, tra le più devastanti della storia vulcanica giapponese che causò 58 vittime. Sebbene al momento non siano stati segnalati feriti o danni gravi, l’eruzione più recente è un ulteriore segnale dell’elevato potenziale di rischio rappresentato dal vulcano, specialmente per la vicinanza alla città di Kagoshima, che ospita oltre 600.000 abitanti.
