Meteo, INVERNO 2026: aria fredda e più NEVE in vista, le cause

(TEMPOITALIA.IT) Entriamo nel terzo e ultimo mese dell’Autunno meteorologico con una domanda semplice ma ricorrente: come sarà l’Inverno? Le proiezioni stagionali disponibili non sono oracoli, ma scenari probabilistici: indicano che tipo di stagione risulta più plausibile, non come andrà ogni singolo giorno.

Se una mappa stagionale mostra un’anomalia mite, non significa automaticamente caldo diffuso. Vuol dire che, in media, le fasi fredde potrebbero risultare meno frequenti. È un po’ come leggere le quote di una partita: suggeriscono la tendenza, ma il risultato si decide sul campo. Tenere a mente questo principio evita delusioni e letture “a sentenza” delle mappe.

 

Un’atmosfera pronta a sorprendere
Mettendo in fila gli indizi, emerge un quadro potenzialmente dinamico su Europa e Mediterraneo: gli ingredienti ci sono; l’esito finale dipenderà da come interagiranno nelle prossime settimane.

QBO orientale: il vortice meno compatto può “aprire porte” al freddo
La QBO orientale indica che, nella stratosfera attorno ai 20 km, i venti prevalgono da est verso ovest. In questa configurazione il Vortice Polare tende a essere meno saldo. Quando il vortice è poco compatto, i suoi “bracci” gelidi hanno più facilità a spingersi verso latitudini inferiori, quindi anche sull’Europa. Non è una garanzia di irruzioni, ma un fattore che ne aumenta la probabilità.

 

La Niña: Pacifico più freddo, onde planetarie più vivaci
Il raffreddamento delle acque nel Pacifico equatoriale, la cosiddetta Niña, favorisce un disegno atmosferico in cui le onde planetarie possono disturbare il Vortice Polare. Il risultato, a cascata, può essere una maggiore instabilità del vortice e finestre più ampie per discese di aria fredda verso il settore euro-atlantico. Anche qui parliamo di un “aiutino” statistico, non di un via libera automatico alla neve sotto casa.

 

Neve siberiana e ghiaccio artico: piccoli dettagli, grandi effetti
Quando la neve avanza presto sulla Siberia e il ghiaccio artico risulta meno esteso sul lato atlantico, aumenta la possibilità che si inneschino onde atmosferiche dirette verso la stratosfera. Questi impulsi possono ulteriormente indebolire il Vortice Polare, preparando il terreno a fasi fredde più incisive anche sul Mediterraneo. È un gioco di tende e contro-tende che, sommandosi, modula la scena.

 

Cosa dicono i modelli stagionali
I principali centri internazionali, per l’Inverno imminente, non mostrano un segnale univoco. Alcuni scenari privilegiano correnti occidentali e temperature mediamente un po’ sopra la norma; altri delineano un andamento più ondulato, con affondi freddi intervallati da rimonte miti. Nel complesso, la media termica potrebbe collocarsi leggermente oltre la climatologia, ma con finestre di freddo marcato. Sul fronte precipitazioni, si intravede una maggiore attività tra Nord Europa e Mediterraneo centrale, segnale di un Atlantico vivo ma a fasi alterne.

 

Tradurre la tendenza in parole semplici
Detto senza giri di parole: ci sono tutti gli ingredienti per un Inverno “vero”, con un numero più alto di passaggi freddi rispetto alle ultime stagioni e con la possibilità di nevicate a bassa quota quando la traiettoria delle irruzioni colpirà l’Italia. La posizione esatta dei minimi di pressione, però, resta un’incognita finché non si entra nel campo delle previsioni a breve termine. È lì che si decide se il freddo scivolerà verso l’Adriatico, verso il Tirreno o resterà defilato sull’Europa orientale.

 

Le tendenze non promettono, ponderano. QBO orientale, Niña, innevamento siberiano e ghiaccio artico suggeriscono un Inverno potenzialmente più dinamico, capace di proporre episodi freddi degni di nota e fasi nevose anche a quote modeste sul Mediterraneo. Non la certezza di un gelo continuo, ma uno scenario in cui l’Inverno potrebbe tornare a fare… l’inverno.

Credit: ECMWF, NOAA Climate Prediction Center, Met Office, World Meteorological Organization (TEMPOITALIA.IT)

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