(TEMPOITALIA.IT) L’attenzione dei meteorologi si concentra sull’arrivo di La Niña, raffreddamento delle acque del Pacifico equatoriale destinato a influenzare le condizioni meteo in varie parti del mondo. Gli ultimi aggiornamenti indicano un’anomalia negativa della temperatura marina già in atto: l’evoluzione prospetta piogge più abbondanti nel Sud-Est asiatico, inverni rigidi su ampie zone del Nord America e probabili episodi di maltempo frequente su Europa e Mediterraneo durante la stagione fredda.
La differenza tra La Niña ed El Niño
El Niño corrisponde a un riscaldamento delle acque di superficie del Pacifico centrale e orientale; La Niña si manifesta con un raffreddamento marcato. Questa variazione, pur localizzata, altera la circolazione atmosferica planetaria e, di conseguenza, la distribuzione delle precipitazioni e delle temperature su scala globale.
Il ruolo dell’ENSO
L’alternanza tra El Niño, La Niña e la fase neutra costituisce l’oscillazione denominata ENSO, meccanismo teleconnettivo capace di modulare il clima a scala globale. Ogni fase presenta caratteristiche ricorrenti, benché mai identiche nelle singole ripercussioni.
Conferme dagli ultimi monitoraggi
I bollettini della NOAA segnalano valori di temperatura superficiale del mare inferiori alla media nel Pacifico tropicale orientale: un segnale compatibile con l’avvio di una nuova fase Niña. L’esperienza mostra che tale configurazione tende a favorire estremi meteorologici sparsi nel semestre freddo.
Impatto sul clima globale
Durante una Niña il Sud-Est asiatico registra di norma precipitazioni molto abbondanti con rischio di inondazioni, mentre aree come la costa occidentale delle Americhe e l’Africa nord-orientale affrontano periodi di siccità prolungata. L’intensità dei monsoni aumenta, accentuando i contrasti pluviometrici fra regioni diverse.
Focus sul Nord America
Negli Stati Uniti le statistiche collegano la Niña a inverni più freddi e nevosi su Midwest e Nord-Est, con frequenti ondate gelide, mentre il Sud statunitense tende a sperimentare condizioni più secche e miti. Tale distribuzione genera un forte gradiente termico da nord a sud del continente.
Ripercussioni sull’Europa
Il Vecchio Continente, pur distante dal Pacifico, può vedere un getto polare più meridionale: questo incrementa la probabilità di irruzioni d’aria artica sulle regioni centro-settentrionali, traducendosi in giornate fredde e instabilità diffusa, specialmente tra fine dicembre e febbraio.
Effetti nell’area mediterranea
Nel Mediterraneo la circolazione più umida favorisce episodi di precipitazione intensa. Sulle Alpi e sui principali rilievi appenninici aumentano le chance di nevicate copiose, mentre in pianura prevalgono piogge abbondanti con temperature lievemente superiori alla norma. Le simulazioni indicano febbraio come periodo più nevoso, con dicembre e gennaio potenzialmente più secchi. Alcuni modelli meteo-climatici indicano però gennaio come mese più favorevole a piogge e nevicate.
I mesi di ottobre e novembre
L’influenza diretta della Niña si manifesta gradualmente; nei primi due mesi autunnali prevarrà l’attività delle correnti atlantiche. Eventuali sequenze di maltempo saranno quindi attribuibili a ondulazioni occidentali piuttosto che alle teleconnessioni pacifiche, in attesa che la dinamica Niña si consolidi nel cuore dell’inverno.
Credit: NOAA/NCEI ENSO, CPC, Climate.gov (TEMPOITALIA.IT)
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