
L’ondata di freddo che ha colpito l’Italia tra il 28 gennaio e il 20 febbraio 2012 si è rivelata particolarmente severa, provocando almeno 57 vittime e significativi disagi in tutto il paese. Il fenomeno, caratterizzato da un flusso di aria artica continentale, ha iniziato a interessare le regioni del nord, con temperature estremamente basse a Torino e Milano (fino a -13 °C), per poi estendersi al centro e al sud Italia. Particolarmente colpita è stata L’Aquila, con temperature fino a -7 °C.
Le regioni tirreniche del sud Italia hanno sperimentato nevicamenti frequenti, dovuti alla formazione di una bassa pressione proveniente da ovest che, incontrando l’aria gelida proveniente dai Balcani, ha causato nevicate abbondanti. Tuttavia, alcune aree costiere come la Calabria, la Sicilia e il Salento sono state risparmiate dalla neve, che ha interessato solo le cime più alte dei rilievi. Il 13 febbraio, in Sicilia, una violenta grandinata ha creato disagi alla circolazione stradale, con accumuli notevoli a Catania e lunghe code sull’autostrada A20 a causa del ghiaccio.
La neve ha interessato gran parte dell’Italia, con accumuli significativi in Emilia-Romagna, nella Repubblica di San Marino e nelle province centrali di Pesaro-Urbino, Ancona, Macerata e Fermo. In alcune zone del sud, la neve ha raggiunto anche le aree di bassa collina o di pianura, come a Cosenza, dove l’accumulo ha raggiunto i 15 cm in città e oltre 20-30 cm nell’hinterland.
Nonostante l’ondata di freddo, alcune zone del Salento, della Sicilia e della Calabria hanno registrato temperature superiori alla media stagionale, grazie all’approfondimento di una depressione mediterranea sul basso Tirreno, che ha innescato un richiamo di correnti miti sciroccali.
L’ondata di freddo ha avuto inizio il 28 gennaio, con le prime nevicate che hanno interessato il nord-ovest dell’Italia, in particolare Piemonte e Liguria. Il 1º febbraio, la neve ha raggiunto anche la Toscana, ma con accumuli non omogenei a causa degli intensi venti di grecale e dell’effetto dell’isola di calore. Empoli, Livorno e Siena hanno registrato rispettivamente 10, 20-25 e 27 cm di neve.
In Emilia Romagna, le nevicate sono state particolarmente abbondanti, con accumuli fino a 4,5 metri in collina e 200 cm a Cesena città. Le temperature hanno raggiunto valori estremamente bassi, con -19,2 °C registrati tra Forlì e Faenza. Il gelo ha raggiunto il suo apice nella pianura Piemontese tra Torinese e Cuneese, con temperature minime scese sotto i -20 °C e punte di -23,9 °C a Candiolo e -23,8 °C a Villanova Solaro. In Liguria, a Sassello, si è registrato un primato di -22,1 °C.
Nell’Abruzzo, le temperature hanno raggiunto valori record, con -28,6 °C a Tagliacozzo, -35,8 °C sull’Altopiano di Marsia e -37,4 °C ai Piani di Pezza, il record assoluto di temperatura più bassa dell’intera Italia. Anche in Umbria, le temperature sono scese costantemente sotto i -25 °C, con punte di -30 °C.
Le Marche hanno visto nevicate su quasi tutto il territorio regionale dal 1º febbraio, con accumuli importanti lungo la costa e altezze medie della neve di 1 metro e mezzo nelle campagne. La provincia di Pesaro e Urbino è stata una delle più colpite dal maltempo.
In Abruzzo, il manto nevoso ha ricoperto tutto il territorio regionale dal 29 gennaio, con accumuli sulla costa che hanno raggiunto i 40 cm e sulle cime del Gran Sasso e della Maiella fino a 5 metri di neve. In Lazio, Molise, Campania, Basilicata e alcune zone dell’Umbria, il maltempo ha creato forti disagi con accumuli di neve diffusi dai 70 cm fino ad oltre 1,5-2 metri in montagna.
Nel Lazio, la neve ha raggiunto anche la città di Roma, con accumuli di 5/10 cm nelle zone Nord, 20 cm in centro e fino a mezzo metro appena fuori dal Raccordo. Questo ha provocato numerosi disagi e un violento scontro tra il capo della Protezione Civile e il sindaco della capitale.
In provincia di Bari, tra il 6 e 7 febbraio, sono caduti più di 30 cm di neve, con situazioni simili anche in provincia di Foggia. In Friuli Venezia Giulia, a Trieste, le temperature sono scese a -10/-12 gradi sulla costa a causa della Bora gelata, congelando il mare e i moli marittimi.
Questa eccezionale ondata di freddo ha avuto un impatto significativo su gran parte dell’Italia, con record di basse temperature e accumuli di neve che hanno causato notevoli disagi e interruzioni nelle attività quotidiane.