Meteo Luglio 2023, in attesa del bis: Roma 43 all’ombra. Sardegna 48 gradi

Luglio 2023: un mese che ha riscritto le regole, lasciando un segno profondo. Non si è trattato di una semplice estate particolarmente calda, ma di una rottura netta con la normalità climatica, un evento che ci ha costretti a fare i conti con l’evidenza del cambiamento in atto. Le temperature registrate non solo hanno infranto anche dei record, ma hanno anche ridefinito la percezione stessa dell’estate nel Mediterraneo.

Strade di Roma viste dal satellite. Asfalto a oltre 60°C.

Non si può liquidare quanto accaduto come una semplice “ondata di calore”. Quella che un tempo era una parentesi intensa ma breve, oggi assume i tratti di una nuova costante, con il caldo che non si limita più a giorni sparsi di afa ma si presenta come un blocco di settimane intere, senza respiro. In Sardegna si sono toccati i 48°C, mentre città come Roma e Firenze, pur abituate al caldo, si sono ritrovate sotto scacco, impreparate ad affrontare una persistenza del calore così intensa e prolungata.

 

I 48 gradi raggiunti in Sardegna non erano solo un numero sul display del telegiornale: rappresentavano la conferma che qualcosa di fondamentale stava cambiando nel nostro rapporto con l’estate mediterranea. A Olbia Costa Smeralda fu superato di svariati gradi il precedente record storico di temperatura con un abominevole 47,4°C, forse il più alto valore di un centro urbano così grande mai raggiunto in Italia. In Sicilia il dato appartiene a Florida di qualche anno prima, toccato in provincia di Siracusa, con 48,8°C, era nell’entroterra, a 14-15 km dal mare, mentre la città siciliana ebbe un valore inferiore. Olbia Costa Smeralda è praticamente sul mare.

 

Il caldo etsremo svuota le strade, congela le attività e trasforma intere metropoli in deserti urbani. Chi aveva programmato vacanze culturali si è ritrovato costretto a disdire, incapace di affrontare visite ai monumenti sotto un sole implacabile e un asfalto che sembrava sciogliersi. Gli operatori del turismo, da sempre colonne portanti dell’economia estiva italiana, hanno rischiano di vivere criticità per una riduzione di flussi turistici. Quella che avrebbe dovuto essere una stagione d’oro si potrebbe trasformare in una prova di resistenza fisica e finanziaria.

 

Ma forse il dato più allarmante non è la temperatura di un solo giorno, bensì la frequenza con cui questi episodi si ripresentano. Ci si domanda: è stato un evento eccezionale o stiamo entrando in una nuova normalità? Le evidenze scientifiche e le proiezioni climatiche non lasciano molto spazio all’ottimismo: gli anticicloni africani, sempre più potenti, tendono a stazionare sul Mediterraneo con maggiore frequenza, amplificando l’effetto serra e producendo ondate di calore estreme e durature.

 

La notte, un tempo alleata per rinfrescarsi, ha smesso di offrire tregua. Le cosiddette “notti tropicali”, con minime sopra i 25°C, sono diventate la regola, minando il recupero fisiologico delle persone e generando malessere generalizzato, in particolare tra i più vulnerabili. Il caldo estremo non fa distinzioni: colpisce città, campagne, montagne. Persino i luoghi storicamente freschi, come l’arco alpino, registrano temperature fuori scala, sfiorando e superando i 30°C.

 

L’agricoltura rischia di pagare il danno maggiore. Le colture, sottoposte a stress termici severi e scarsità idrica, subiscono gravi danni con perdite economiche considerevoli. Luglio 2023 ha messo in evidenza come la crisi climatica non sia più un tema astratto, ma una realtà che influenza direttamente la nostra economia, salute e qualità della vita.

Quel mese è stato, in un certo senso, un test di sopravvivenza: un banco di prova che ci ha mostrato quanto siamo impreparati, quanto le nostre città siano ancora ostaggio di un’idea di clima che non esiste più. E se pensate che sia stato un episodio isolato, vi sbagliate. Il futuro potrebbe riservarci altri mesi di “luglio” come quello, se non peggio. Ora siamo di fronte a quello 2025, come sarà? Il rischio elevato è che onde di calore anomale si abbattano in Italia. I modelli matematici ne vedono una cattivissima verso la Penisola Iberica espandersi verso ovest, l’Oceano, che influenzerà anche l’Italia. Ma il ciclo di vita naturale delle onde di calore africano è quello di espandersi verso nord, l’Italia è in prima fila quindi a subirne l’effetto, e luglio e agosto sono periodi lunghissimi, così come anche la prima parte di settembre. Insomma, il tempo, inteso come spazio temporale non è dalla nostra parte.

Meteo Luglio 2023, in attesa del bis: Roma 43 all’ombra. Sardegna 48 gradi