Meteo Natale 2025: col blocco scandinavo arrivano gelo e neve… anche in Italia!

Siamo al 17 Dicembre e il quadro meteorologico europeo sta mostrando segnali di evoluzione non ordinaria. Dopo una fase prolungata dominata dall’alta pressione, il flusso atmosferico sta entrando in una configurazione più complessa, osservata con attenzione dai principali centri di calcolo. Il periodo natalizio potrebbe essere condizionato da una struttura di blocco atmosferico, capace di modificare in modo marcato la distribuzione delle masse d’aria sull’Europa.

Negli ultimi anni il Mediterraneo è stato spesso interessato da condizioni miti e stabili anche durante Natale, con effetti evidenti su temperature e precipitazioni. Questa volta, però, lo scenario appare diverso. Le simulazioni mostrano una possibile rottura dello schema anticiclonico, con conseguenze rilevanti anche sull’Italia .

 

Il Rex Blocking: una configurazione di blocco in regime di SCAND+

Il termine Rex Blocking identifica una configurazione sinottica ben precisa. Si tratta della presenza simultanea di un’alta pressione molto robusta alle alte latitudini (SCAND+) e di una bassa pressione bloccata più a sud, incapace di muoversi verso est. Il flusso occidentale viene deviato, rallentato, in alcuni casi quasi bloccato.

Quando questo assetto si instaura sull’Europa, le conseguenze sono nette. Le aree sotto l’anticiclone sperimentano tempo stabile e temperature sopra media, mentre le regioni interessate dalla circolazione depressionaria vanno incontro a maltempo persistente, precipitazioni frequenti e un clima più freddo e umido. Le proiezioni attuali collocano l’Italia nella zona più instabile del blocco .

 

Un’Europa meteorologicamente rovesciata

Se la configurazione dovesse consolidarsi, si verificherebbe una distribuzione anomala delle masse d’aria. Le aree settentrionali, come Scandinavia e Nord Atlantico, potrebbero trovarsi sotto l’influenza dell’alta pressione, con condizioni relativamente stabili. Al contrario, il bacino del Mediterraneo diventerebbe sede di una circolazione ciclonica persistente.

In questo scenario l’aria più fredda, impossibilitata a scorrere verso nord, tenderebbe a muoversi verso sud e sud-ovest. Il risultato sarebbe un periodo prolungato di instabilità sull’Italia, con piogge diffuse, ventilazione ciclonica e un generale abbassamento delle temperature rispetto ai giorni precedenti.

 

Dal 23 Dicembre possibile cambio di fase

Le indicazioni più incisive emergono a partire dal 23 Dicembre. Fino ai giorni immediatamente precedenti potrebbe persistere una fase interlocutoria, ma successivamente il Rex Blocking potrebbe strutturarsi in modo più netto. Le perturbazioni atlantiche sarebbero costrette a seguire una traiettoria più meridionale, entrando ripetutamente nel Mediterraneo.

Per l’Italia questo significherebbe assenza di fasi stabili durature, con alternanza di precipitazioni, cieli coperti e temperature contenute. Non si tratterebbe necessariamente di gelo intenso, ma di freddo umido tipico delle configurazioni depressionarie invernali, con effetti più marcati su Centro-Sud e Isole Maggiori.

 

Il tema neve: segnali più concreti in montagna

La presenza di una circolazione ciclonica persistente garantirebbe un apporto costante di precipitazioni. Sulle Alpi le condizioni sarebbero favorevoli a nevicate abbondanti, in particolare oltre i 1000-1200 metri, grazie alla combinazione tra aria più fredda in quota e flussi umidi continui.

Per le pianure il discorso resta più complesso. In assenza di un’irruzione fredda continentale diretta, la neve a bassa quota dipenderebbe dalla formazione di cuscinetti freddi nei bassi strati, soprattutto in Val Padana. È una possibilità, non una certezza, e richiede un equilibrio delicato tra temperature, intensità delle precipitazioni e ventilazione.

 

Perché questa configurazione è rilevante

Il Rex Blocking non rappresenta la norma nella circolazione atmosferica. È una configurazione anomala, spesso associata a periodi di tempo estremo o persistente. La sua comparsa nel periodo natalizio ha implicazioni importanti, sia dal punto di vista meteorologico sia per la gestione del territorio, in particolare per il rischio idrogeologico e per la mobilità.

Dal punto di vista climatico, una simile struttura suggerisce anche una fase di debolezza del Vortice Polare, condizione che favorisce scambi meridiani più pronunciati. Tutto è connesso su scala emisferica, ed è proprio questo che rende il periodo in arrivo particolarmente interessante da monitorare.

 

Modelli convergenti

I principali modelli numerici, in particolare ECMWF e GFS, mostrano una convergenza crescente verso questo scenario, pur con differenze nei dettagli. Bastano spostamenti limitati dell’asse di blocco per modificare sensibilmente gli effetti sull’Italia, ed è per questo che la previsione va aggiornata quotidianamente.

La tendenza generale, però, appare chiara. L’ultima parte di Dicembre potrebbe segnare un ritorno a condizioni più consone all’Inverno, con un ruolo centrale delle perturbazioni e un progressivo raffreddamento.

 

Per chi si sposterà nei giorni di Natale e Santo Stefano, l’indicazione è di seguire con attenzione i bollettini ufficiali. La probabilità di condizioni meteo difficili è in aumento, soprattutto per piogge persistenti e neve in montagna.

Nel complesso, l’Inverno 2025 sembra intenzionato a entrare in scena con decisione, dopo una lunga fase attendista. I prossimi aggiornamenti chiariranno intensità e localizzazione degli effetti, ma il segnale di fondo resta significativo .

 

Credit: ECMWFGFSICON

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