Novembre, primi segnali di freddo verso l’Italia. Segnate le prime date

(TEMPOITALIA.IT) Nei prossimi giorni lo sguardo degli appassionati di meteo si sposta oltre il quotidiano. L’orizzonte di Novembre suggerisce un possibile cambio di passo: dopo settimane dominate dall’alta pressione, si intravede una finestra per la prima vera rinfrescata della stagione su scala europea. Non parliamo di una data cerchiata sul calendario, bensì di una tendenza che emerge dai sistemi sub-stagionali e dagli indici emisferici, gli strumenti più adatti quando si ragiona su settimane e non su singoli giorni.

 

In altre parole, la domanda non è “piove martedì?”, ma “l’atmosfera sta predisponendo il palco per far scendere aria più fredda a latitudini temperate?”. La risposta, oggi, è un cauto sì: il pattern medio della seconda decade di Novembre apre spiragli per scambi di massa d’aria più vivaci lungo i meridiani.

Quando l’Alta Pressione molla leggermente la presa e le onde a larga scala cominciano a farsi strada, l’Europa può diventare un corridoio per afflussi più freschi o freddi, specie se l’oceano conserva ancora calore residuo in grado di alimentare contrasti e instabilità.

 

Perché è una tendenza e non una previsione

La previsione a breve fotografa bene i prossimi 3–5 giorni; oltre, la dispersione degli scenari aumenta e i modelli restituiscono medie e probabilità, non dettagli locali. È come guardare un mosaico da un passo indietro: distingui il disegno generale, non la tessera fuori posto. Per questo, su scala “settimane 2–4” conviene leggere anomalie settimanali e percentuali di scenario, evitando di innamorarsi della singola mappa giornaliera.

 

Il ruolo del Vortice Polare

Il perno di tutto resta il Vortice Polare. Se la struttura in quota mostra qualche vulnerabilità ai disturbi generati da un promontorio alto-pressorio sul Pacifico settentrionale, cresce la capacità delle onde planetarie di deformarlo e spingere aria fredda verso sud. Un vortice meno compatto non garantisce automaticamente gelo al suolo, ma facilita l’attivazione degli scambi meridiani e apre la porta a affondi artico-continentali sull’Europa.

 

Onde planetarie e scambi meridiani

Le onde troposferiche sono il nastro trasportatore che riorganizza i flussi. Quando si amplificano, la circolazione da ovest si ondula, la corrente a getto si fa sinuosa e, laddove l’ondulazione affonda, l’aria artica può scivolare verso latitudini inferiori. In questo contesto i modelli sub-stagionali suggeriscono un pattern più dinamico nella seconda decade di Novembre, con maggiore probabilità di intrusioni fresche dalla Scandinavia e dall’Europa orientale verso il cuore del continente.

 

AO, NAO e stratosfera: gli indizi da seguire

L’Arctic Oscillation (AO) è il primo semaforo. Fasi neutre o debolmente negative indicano pressioni più alte alle alte latitudini e maggior libertà per le colate fredde. Anche la NAO aiuta a capire dove si posizionano i centri d’azione sull’Atlantico: valori meno positivi tendono a favorire onde più pronunciate. Uno sguardo alla Stratosfera completa il quadro: tra fine Ottobre e inizio Novembre il vortice in quota si irrobustisce fisiologicamente, ma eventuali disturbi d’onda “dal basso” possono renderlo meno simmetrico. Non è un interruttore on/off, piuttosto un terreno più fertile per scambi meridiani nelle settimane successive.

 

Riflessi per l’Europa e per l’Italia

Lo scenario più plausibile per la seconda decade di Novembre vede l’Europa orientale, e a tratti quella centrale, più esposte ad affondi freddi. Per l’Italia questo potrebbe tradursi in un indebolimento dell’Alta Pressione e in correnti settentrionali o nord-orientali capaci di riportare temperature più consone alla stagione. Il Mediterraneo ancora tiepido rappresenta energia pronta a essere sfruttata: dove l’aria fredda riuscirà a infilarsi, non si escludono rovesci e temporali sui versanti esposti, ventilazione sostenuta in quota e qualche nevicata di assaggio sulle Alpi alle quote più alte, qualora un nocciolo più freddo scivolasse fino al Nord. L’alternanza tra pause stabili e rapide rinfrescate resta, ad oggi, lo sfondo più credibile.

 

Cosa osservare nei prossimi giorni

Per capire se la sequenza prenderà corpo, conviene monitorare tre tasselli che devono incastrarsi: l’evoluzione di AO e NAO come “porta” alle irruzioni, la compattezza del Vortice Polare in Stratosfera, e le uscite dei sistemi sub-stagionali di riferimento nella finestra “settimane 2–4”. Un progressivo allineamento di questi indicatori aumenterebbe la probabilità di un episodio freddo a cavallo della metà di Novembre; divergenze marcate, al contrario, ridarebbero fiato all’Alta Pressione e a scenari più miti.

 

Credit: ECMWF – Sub-seasonal range forecasts, ECMWF – Forecasts hub, NOAA Climate Prediction Center – AO index, NOAA CPC – Outlooks portal, DMI – Polar vortex/Arctic stratosphere, Met Office – Long-range forecast UK/Europe

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