
Le sue origine risalgono al 1932, quando la richiesta di forza lavoro nelle miniere di carbone, in prevalenza prigionieri del regime sovietico, divenne tale da far sorgere una vera e propria città nella Repubblica dei Komi, ad ovest degli Urali e a una latitudine di 67° nord che rende il clima invernale invivibile. E’ Vorkuta, dove nella stagione fredda le temperature possono scendere anche oltre i -50°C, città ormai abbandonata a causa delle moltissime chiusure delle miniere di carbone.
Il primo marzo un drone si è alzato in volo sorvolando la città e riprendendola completamente congelata, oltre che deserta. Si notano i tetti, le abitazioni fatiscenti e i veicoli abbandonati da tempo, che rendono l’ambiente del tutto spettrale, in questa ex città poco distante dall’Artico europeo.