Meteo invernale, il più duro con Italia sotto zero e neve diffusa

Gennaio 15, 2024 Off Di miometeo

Il meteo del passato per conoscere quello del futuro. In questo contesto, ci focalizziamo sul freddo, anzi, sul grande gelo e, in questa occasione, anche sulle nevicate storiche. Il nostro obiettivo è di riprendere le informazioni riguardanti ciò che avvenne nel gennaio del 1985, un evento meteo storico di grande rilievo che potrebbe ripetersi in futuro. Infatti, questi eventi meteo estremi sono stati calcolati avere una frequenza di ritorno di 30-50 anni. I cambiamenti climatici stanno generando disordini nell’atmosfera, con il riscaldamento globale in primo piano, ma la scienza sostiene ancora la possibilità di eventi di freddo intenso con temperature record, sebbene con una frequenza inferiore rispetto al passato.

 

Un’ondata di gelo significativa colpì l’Italia nel febbraio del 2012, e va ricordata anche quella che durò circa una settimana tra la fine di febbraio e i primi giorni di marzo del 2018.

 

Con l’aumento delle precipitazioni in periodi brevi, anche le nevicate potrebbero raggiungere quantitativi record, come evidenziato dai numerosi eventi meteo estremi nel mondo. Oggi, un evento meteo straordinario come quello del 1985 sembra impensabile a causa dei cambiamenti climatici, secondo l’opinione pubblica. Tuttavia, gli scienziati continuano a produrre studi e documenti che confermano un aumento dell’intensità delle ondate di freddo, oltre a quelle di caldo. Le ondate di freddo, seppur meno frequenti e generalmente meno durature, persistono, mentre quelle di caldo sono più tenaci, durano più a lungo e sono in aumento.

 

Nel gennaio del 1985, si registrarono temperature eccezionalmente basse, con punte di quasi 30 gradi sotto zero in Emilia, a causa di inversioni termiche su un terreno coperto di neve.

 

Ci si interroga se in futuro potremo assistere a eventi meteo simili, anche se non identici. L’ondata di gelo del 2018 fu notevole, iniziando il 25 febbraio e terminando il 3 marzo. Le previsioni meteo di quel periodo suggerivano possibili repliche, che tuttavia non si verificarono. In precedenza, si era verificato un forte Strat Warming che causò l’inversione delle correnti, solitamente da ovest verso est, spingendo il freddo in Europa.

 

Gli anglosassoni hanno nominato “bestia dall’est” ciò che noi abbiamo chiamato Burian, come in altre occasioni. Questa situazione potrebbe ripresentarsi ogni inverno a causa di imponenti Strat Warming che indeboliscono la forza del Vortice Polare.

 

8 gennaio 1985: neve e ghiaccio stringono la morsa su Firenze e la Toscana

Da una settimana, Italia ed Europa sono sotto il peso di questa intensissima ondata di freddo che non accenna a diminuire. Anzi, la situazione peggiora di giorno in giorno e le previsioni meteo offrono poche speranze di un rapido miglioramento.

 

L’8 gennaio 1985 è stata una giornata particolarmente difficile per l’Italia, con bufere di neve che hanno colpito quasi tutto il paese. La Toscana era completamente coperta di neve, dalle montagne alla costa, e l’Arno si era ghiacciato in vari tratti tra Firenze e Pisa. Gli spostamenti divennero quasi impossibili, con Firenze quasi isolata.

Le temperature scesero fino a -15,4°C ad Arezzo, -11°C a Siena e -10°C a Firenze.

 

Circa venti centimetri di neve fresca caddero su Firenze, una trentina a Lucca, e tra i 10 e i 20 cm lungo i litorali. A Livorno, la nevicata fu accompagnata da venti di tramontana con raffiche fino a 70 km/h.

Nel Lazio si verificò una nuova nevicata, inclusa Roma, sebbene a intervalli. Nel Nord Italia nevicò in Lombardia, Liguria, Veneto, Emilia. I trasporti, comprese ferrovie, strade e aeroporti, subirono gravi disagi.

Il fiume Po si ghiacciò nella Bassa Ferrarese e nelle Valli di Comacchio. La forte nevicata causò grossi problemi a Bologna.

 

In Veneto si registrarono temperature glaciali in montagna: -23°C a Cortina d’Ampezzo; -26°C ad Arabba; -27°C a Santo Stefano di Cadore; -31°C al Passo Pordoi. Ad Ancona, i -13°C di minima fecero gelare i fiumi Misa e Foglia per la prima volta nella memoria storica. A Perugia nevicò con una temperatura di -9°C. In Irpinia, la neve superò il metro e mezzo di altezza e la temperatura scese fino a -18°C.

 

In tutto il Centro-Nord Italia si registrò una giornata di gelo, con temperature minime e massime sotto lo zero: -15/-7,6°C a Bolzano, -9/-5°C a Torino, -9,6/-5°C a Milano, -7,2/-4°C a Trieste, -11,4/-4°C a Venezia, -10,4/-5°C a Bologna, -5/-1,8°C a Genova, -10,4/-1,6°C a Firenze, -9,2/-1,8°C a Perugia, -13,2/-1°C ad Ancona, -16/-7°C all’Aquila, -11,6/-2,2°C a Pescara, -8/3°C a Roma, -6/-2°C a Campobasso, -4/-1°C a Potenza, -1,4/5,4°C a Napoli, 0,6/3°C a Bari, -1,7/4,4°C ad Alghero, -2/9°C a Cagliari.

 

La situazione in Europa fu altrettanto grave, con temperature estremamente basse: fino a -39°C nella Foresta Nera in Germania e -35°C nel Jura in Francia. Diversi centimetri di neve imbiancarono la Costa Azzurra. Le temperature minime e massime in alcune città europee furono: Oslo -23/-14,8°C, Riga -21,6/-15,7°C, Londra -7,1/-1°C con neve, Bruxelles -15,8/-7°C, Berlino -15,1/-5,4°C con neve, Monaco di Baviera -20,7/-17,1°C, Varsavia -25,2/-12°C, Praga -24,3/-16,4°C, Zurigo -23/-13°C, Vienna -22,6/-15°C, Parigi -13/-7°C, Nizza -7/-1,8°C con forte nevicata, Barcellona -6/3°C, Belgrado -16/-12,3°C con neve.

 

Gli anni d’oro dell’inverno

Il 1929, il 1956 e il 1985 sono stati anni memorabili per la meteorologia. Questi periodi hanno lasciato un’impronta indelebile nella memoria collettiva di Europa e del mondo a causa dell’intensità del freddo invernale, guadagnandosi un posto di rilievo nella storia della meteorologia. Questi anni sono famosi tra gli appassionati di meteorologia per le loro condizioni climatiche estreme. Sussiste la speranza di rivivere eventi

 

di simile intensità, o quantomeno di avvicinarsi a quella. Recentemente, il 2012 si è distinto in modo particolare, così come le nevicate avvenute tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio del 1999, nei giorni della merla.

 

Le epoche erano diverse? Forse. Tuttavia, a partire dal 2000, gli inverni severi sono diventati più rari, più che episodi isolati piuttosto che stagioni prolungate. Viviamo nel Mediterraneo, non in Scandinavia, e dobbiamo considerare l’influenza del mare temperato. Nonostante ciò, non si può escludere che il peggior freddo della storia possa ancora manifestarsi. Negli Stati Uniti, ad esempio, l’evento accaduto durante il periodo natalizio è stato senza precedenti: l’onda di gelo più estesa e intensa degli ultimi quaranta anni.

 

Ma chi può dire con certezza che un evento simile non possa verificarsi in Europa? Chi può escludere che possa accadere nei prossimi anni, o magari a febbraio? Ci sono persone che hanno tutte le certezze di questo mondo, ma quando si tratta di atmosfera, la certezza è un lusso. Prevedere le tendenze è una cosa, ma affermare con certezza il futuro è un’altra. Noi non osiamo farlo, e voi?

Meteo invernale, il più duro con Italia sotto zero e neve diffusa