Focus Europa: cosa succederà a gelo e neve. Lo dice il massimo esperto mondiale

L’inverno nell’emisfero settentrionale sta assumendo una conformazione che potremmo definire “a singhiozzo”, o meglio, ciclica. Se dovessimo prendere in prestito un cliché anglosassone utilizzato dal climatologo Judah Cohen, ci troviamo di fronte a un pattern di tipo “rinse, lather, repeat” (risciacqua, insapona, ripeti). Siamo saliti su una giostra guidata da un Vortice Polare (VP) che non collassa completamente, ma che continua a stiracchiarsi (“stretched polar vortex”), influenzando il tempo atmosferico a ondate successive.

Mentre il Nord America ha già assaggiato il crudo inverno, l’Europa e l’Italia sono rimaste in una sorta di limbo mite. Ma le carte in tavola stanno per cambiare. Analizziamo nel dettaglio cosa ci dicono le anomalie di pressione, la copertura nevosa siberiana e le temperature oceaniche per le prossime settimane.

 

La situazione attuale: un’Europa sotto la campana mite

Attualmente, l’Oscillazione Artica (AO) è in territorio positivo. Questo indice, quando è positivo, indica solitamente che il Vortice Polare è forte e compatto, trattenendo l’aria gelida alle alte latitudini. Tuttavia, le previsioni indicano una tendenza verso la neutralità per le prossime due settimane. Le anomalie di altezza geopotenziale (una misura della pressione in quota) attraverso l’Artico sono prevalentemente negative, ma diventeranno miste a breve.

Parallelamente, l’Oscillazione Nord Atlantica (NAO) è positiva. Abbiamo osservato anomalie di pressione negativa sulla Groenlandia, il che significa che il flusso atlantico è teso e veloce, spingendo aria mite oceanica verso l’Europa. È per questo che, fino ad ora, l’inverno vero ha faticato a conquistare il Vecchio Continente.

Una profonda saccatura (area di bassa pressione) a sud dell’Islanda ha favorito la risalita di un promontorio di alta pressione proprio sull’Europa occidentale. Per questa settimana, il risultato è chiaro: temperature normali o superiori alla media su gran parte dell’Europa, incluso il Regno Unito, e condizioni di stabilità anche sull’Italia.

 

Il punto di svolta: la migrazione dell’Alta Pressione

Il cambiamento, tuttavia, è all’orizzonte. La dinamica chiave per le prossime due settimane risiede nel movimento delle figure bariche.

Il blocco di alta pressione che attualmente protegge l’Europa tenderà a scivolare verso ovest, posizionandosi nel Nord Atlantico. Questo movimento è cruciale: quando l’alta pressione si ritira in Atlantico (“European ridging will slide west”), cessa di fare da scudo al continente. Questo permetterà alle saccature gelide di espandersi verso l’Europa provenendo da est, ovvero dall’Asia e dalla Russia.

Mentre questa settimana godiamo ancora di temperature miti, dalla prossima settimana inizieremo a vedere un’infiltrazione di temperature normali o al di sotto della norma che “sanguineranno” (per usare una metafora efficace) attraverso l’Europa da est verso ovest.

Cosa significa per l’Italia? Essendo una proiezione a lungo termine, non possiamo definire se pioverà a Roma o nevicherà a Milano in un giorno specifico. Tuttavia, il pattern generale suggerisce che l’Italia potrebbe trovarsi sul bordo di questo cambiamento. Con l’alta pressione che migra in Atlantico, il Mediterraneo centrale diventa vulnerabile a ingressi più freddi dai quadranti orientali o nord-orientali. Non ci aspettiamo un gelo improvviso e totalizzante immediato, ma un progressivo ritorno a condizioni più invernali e potenzialmente instabili, specialmente per i settori adriatici e orientali.

 

L’Asia e il serbatoio del freddo

Per capire il futuro dell’inverno europeo, dobbiamo guardare a est. Nelle prossime due settimane, il pattern generale sull’Asia prevede un’alta pressione sulla Scandinavia e vicino alla linea del cambiamento di data, che favorirà una bassa pressione sull’Asia centrale.

Questo schema favorisce un accumulo di freddo (temperature sotto la media) in Siberia, che progressivamente si espanderà verso l’Asia sud-occidentale e nord-orientale. Perché è importante? Perché la Siberia agisce come il “frigorifero” dell’emisfero nord. L’espansione del freddo dalla Siberia verso ovest è spesso il precursore di ondate di freddo che raggiungono l’Europa orientale e, successivamente, il Mediterraneo.

Inoltre, la copertura nevosa (Snow Cover Extent – SCE) sta giocando un ruolo fondamentale. Osserviamo un’anomalia positiva di neve nell’Eurasia orientale (Cina e Siberia orientale). Storicamente, una rapida espansione della neve in Asia nel mese di ottobre/novembre è correlata a inverni più rigidi in Europa e Stati Uniti orientali nelle fasi successive della stagione. L’inverno sta finalmente “evadendo” dai confini siberiani.

 

La dinamica del Vortice Polare: “Stretched” ma non rotto

Judah Cohen sottolinea come l’inverno sia dominato da eventi di “stiramento” del Vortice Polare (Stretched PV). Non stiamo assistendo a un vero e proprio Riscaldamento Stratosferico Improvviso (Major Sudden Stratospheric Warming – SSW) che distrugge il vortice (almeno non ancora in modo definitivo), ma piuttosto a continue elongazioni.

Il Vortice Polare si allunga, come un elastico, permettendo all’aria fredda di scivolare verso le latitudini medie (Stati Uniti, e presto Europa), per poi ricompattarsi temporaneamente. È il “Carosello” citato all’inizio. I modelli prevedono che il VP recupererà la sua forma più circolare dopo lo stiramento di fine novembre, ma rimarrà vulnerabile. Ci sono segnali di una riflessione delle onde planetarie: l’energia sale dalla troposfera alla stratosfera, colpisce il vortice e viene riflessa verso il basso, amplificando le ondate di freddo, in particolare sul Nord America, ma con effetti a catena che, come detto, raggiungeranno l’Europa.

Vi sono tre scenari possibili per il prosieguo dell’inverno (il dilemma delle “Tre Porte”):

  1. Porta 1: il vortice si rafforza e chiude i rubinetti del freddo (inverno mite).
  2. Porta 2: un vero e proprio Major SSW distrugge il vortice in gennaio o febbraio (gelo severo e duraturo).
  3. Porta 3 (La favorita da Cohen): continua il ciclo “risciacqua e ripeti”. Stiramenti periodici del vortice, alternanza di freddo e mitezza, con il freddo che guadagna terreno progressivamente.

Al momento, l’opzione 3 sembra la più probabile.

 

Prospettive per Gennaio 2025: focus Mediterraneo

Guardando oltre le due settimane, le proiezioni mensili del sistema CFS (Climate Forecast System) per gennaio mostrano uno scenario interessante.

Si prevede un’alta pressione centrata sulla Scandinavia e sull’Europa orientale. Contestualmente, si nota una bassa pressione (troughing) sul Mediterraneo occidentale e a sud della Groenlandia.

Questa configurazione è nota come “Scand High” (Alta Scandinava). Sebbene possa portare temperature “relativamente calde” (o meglio, inversioni termiche) sul nord Europa, per l’Italia e il Mediterraneo questa è una configurazione spesso foriera di maltempo e freddo. Perché? Perché un’alta pressione sulla Scandinavia costringe le perturbazioni atlantiche a scendere di latitudine o innesca flussi retrogradi (da est verso ovest) che scorrono lungo il bordo meridionale dell’alta pressione, puntando dritti verso l’Italia.

L’anomalia delle temperature superficiali del mare (SST) gioca un ruolo in questo. Abbiamo mari molto caldi sia nel Nord Pacifico che nel Nord Atlantico. Questa configurazione “Oceano caldo / Terra fredda” favorisce la formazione di blocchi anticiclonici in alto oceano e discese fredde sui continenti.

 

Conclusioni e sintesi per l’Italia

In sintesi, l’analisi di Judah Cohen, rielaborata per il nostro contesto geografico, suggerisce:

  • Breve Termine (questa settimana): persistenza di condizioni miti e stabili sull’Italia, grazie all’influenza residua dell’alta pressione e a una NAO positiva.
  • Medio Termine (prossima settimana e fine anno): cambio di circolazione. L’alta pressione migra in Atlantico. Si apre la porta a correnti più fredde dall’est Europa. Le temperature tenderanno a rientrare nella media o scendere leggermente al di sotto, iniziando dalle regioni adriatiche.
  • Lungo Termine (Gennaio): il vero inverno potrebbe mostrare i muscoli. La configurazione con alta pressione sulla Scandinavia e bassa pressione sul Mediterraneo è un classico segnale di inverni dinamici per l’Italia, con possibilità di episodi freddi e precipitazioni, poiché il Mediterraneo diventa sede di conflitti tra masse d’aria diverse.

Non siamo ancora al punto di un “Gelo Storico” certo, ma la tendenza è inequivocabile: l’inverno, pigro in avvio sull’Europa, sta iniziando a espandersi dall’Asia verso ovest. Il carosello del Vortice Polare continua a girare e la prossima fermata potrebbe essere proprio sopra le nostre teste.

 

Nota dell’autore

Questa è un’interpretazione libera basata sui dati tecnici forniti da AER.com. Le proiezioni a lungo termine (oltre i 7-10 giorni) devono essere intese come tendenze di massima e non come previsioni puntuali per singole località. L’atmosfera è un sistema caotico e piccole variazioni iniziali possono mutare significativamente lo scenario finale.

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