
In Indonesia la situazione resta drammatica: le alluvioni e le frane che hanno colpito Sumatra hanno causato 631 morti, quasi 500 dispersi, 2.600 feriti e oltre 3,2 milioni di persone colpite, mentre più di un milione di abitanti è stato evacuato dalle aree più esposte. Le piogge monsoniche, intensificate dal raro ciclone Senyar formatosi nello Stretto di Malacca, hanno travolto villaggi, distrutto ponti e reso inaccessibili molte zone di Aceh, North Sumatra e West Sumatra, dove i soccorritori procedono a piedi o in moto tra strade inghiottite dal fango.



In diverse aree i mercati sono ormai senza scorte, i prezzi del cibo sono triplicati e migliaia di sfollati denunciano fame, blackout e giorni senza acqua potabile; il governo ha mobilitato 34.000 tonnellate di riso e 6,8 milioni di litri di olio, mentre l’OMS ha attivato un piano per prevenire epidemie. I sopravvissuti raccontano ondate improvvise arrivate senza alcun avviso, centinaia di studenti fuggiti sui tetti e intere famiglie sepolte dal fango. La crisi colpisce tutta l’Asia sud-orientale, dove il bilancio complessivo supera 1.160 vittime, in una settimana segnata da fenomeni meteo estremi.

